La Danimarca ha accusato l’Iran di aver cercato di uccidere un indipendentista arabo sul suo territorio
E ha chiesto all'Unione Europea di approvare nuove sanzioni
La Danimarca ha accusato l’Iran di aver cercato di assassinare un attivista di un movimento separatista arabo sul suo territorio; di conseguenza ha richiamato il suo ambasciatore dalla capitale Teheran, ha convocato per chiarimenti l’ambasciatore iraniano a Copenaghen e ha chiesto ad altri paesi dell’Unione Europea di discutere nuove sanzioni contro l’Iran.
La storia è iniziata il 22 settembre, quando 25 persone sono state uccise ad Ahvaz, in Iran, in una sparatoria durante una parata militare. L’attentato era stato rivendicato sia dallo Stato Islamico sia da movimenti separatisti arabi, anche se nessuno aveva fornito prove concrete. L’Iran aveva allora accusato la Danimarca, i Paesi Bassi e il Regno Unito di ospitare terroristico separatisti arabi e aveva chiesto che venissero estradati. Qualche giorno dopo, il 28 settembre, la polizia danese aveva condotto una grossa operazione con la chiusura di strade e ponti, tra cui quello che collega il paese con la Svezia: cercava una Volvo nera noleggiata all’aeroporto di Malmö, in Svezia, con tre persone a bordo accusate di “un crimine molto grave”. All’epoca le notizie erano piuttosto confuse; il giorno successivo la polizia aveva detto di aver trovato l’auto e rilasciato le due persone a bordo dopo averle interrogate.
Martedì il capo dell’intelligence danese ha detto che l’operazione era collegata ai timori che l’Iran avesse inviato degli agenti per uccidere un importante membro di Al-Ahvaziya, un movimento separatista che vuole trasformare la provincia occidentale iraniana di Khuzestan in uno stato arabo, e che è considerato un gruppo terrorista dall’Iran. Per ora è stata arrestata solo una persona con l’accusa di aver partecipato all’operazione: un cittadino norvegese di origine iraniana sorpreso mentre fotografava la casa dell’attivista. Un portavoce del ministero degli Esteri iraniano ha detto che sono accuse faziose messe in giro dai loro nemici per danneggiare le relazioni tra Iran ed Europa.