Il presidente della Lombardia Attilio Fontana dice che la Regione ricomprerà la cappella di Bergamo vinta all’asta da un’associazione musulmana
Negli ultimi giorni il presidente della Lombardia Attilio Fontana ha detto più volte che l’ex cappella di frati cappuccini dell’ospedale di Bergamo Papa Giovanni XXIII – vinta all’asta da un associazione islamica – non diventerà una moschea, contrariamente a quanto si credeva in un primo momento. Questo perché la Regione eserciterà il suo diritto di prelazione sulla vendita all’asta, comprando la cappella. La prelazione è permessa dal decreto legislativo numero 42 del 22 gennaio 2004, che si occupa di beni culturali.
In settimana si era molto parlato della cappella, attualmente in uso a una comunità cristiana ortodossa, perché l’asta con cui era stata messa in vendita dall’Azienda Socio Sanitaria Territoriale di Bergamo (ASST) era stata vinta dall’Associazione musulmani di Bergamo. L’ASST è un ente regionale e nel 2015 proprio la Regione Lombardia aveva approvato una legge, da alcuni definita «anti moschee», che rende di fatto quasi impossibile costruire da zero luoghi di culto nonostante il principio costituzionale della libertà religiosa.
Come ho chiarito ieri, la #Chiesa della Casa dei Frati di #Bergamo è #vincolata dal ministero dei Beni culturali. @RegLombardia ha intenzione di far valere il suo diritto di #prelazione, salvaguardando così questo simbolo della cristianità. pic.twitter.com/OgzXdeDMMV
— Attilio Fontana (@FontanaPres) October 27, 2018
Io una #Chiesa non l'avrei mai messa in #vendita, mi stupisce che l'Azienda ospedaliera non si sia resa conto della delicatezza della questione. Comunque faremo valere la #prelazione, così come previsto dalla legge, e non ci sarà spazio per alcun #ricorso.#RegioneLombardia pic.twitter.com/7uAQGLdJRb
— Attilio Fontana (@FontanaPres) October 28, 2018