Il ministro Savona dice che il condono è «redistribuzione del reddito dai ricchi ai poveri»
La sanatoria che permette di dichiarare centinaia di migliaia di euro di imposte evase servirà ad aiutare i più poveri, dice il ministro
Giovedì il ministro degli Affari europei Paolo Savona ha parlato di condono fiscale durante un’intervista a SkyTg24. La direttrice Sarah Varetto lo ha incalzato chiedendogli conto della scelta di approvare una misura che in passato era comune a tutti i governi, e che in molti non si sarebbero aspettati da quello che si è autodefinito “governo del cambiamento”. Savona non si è scomposto e ha risposto:
«E perché allora noi non dovremmo farlo? Sarebbe sempre una redistribuzione del reddito dai più ricchi ai più poveri»
Il condono fiscale approvato dal governo (dopo un aspro scontro tra Lega e Movimento 5 Stelle) prevede di poter dichiarare imposte non dichiarate negli ultimi cinque anni fino a un massimo di centomila euro per imposta. Su questa evasione autodenunciata, che potrà arrivare a un massimo di svariate centinaia di migliaia di euro (l’importo massimo non è ancora chiaro), l’evasore non pagherà alcuna multa o sanzione, ma soltanto un’aliquota al 20 per cento, cioè più bassa di quanto avrebbe pagato se avesse correttamente denunciato i suoi guadagni.
Non è chiaro perché Savona pensi che questo meccanismo produca una redistribuzione tra ricchi e poveri: e diversi economisti, già in passato critici con Savona, ne hanno approfittato per fare ironia sulla sua dichiarazione. Di fatto il condono è uno sconto fiscale che permette, soprattutto a chi ha redditi elevati, di evitare di pagare multe e sanzioni per mettere in regola la sua posizione. Non ha riflessi diretti sui poveri e non comporta trasferimenti di ricchezza.
L’unica possibile spiegazione delle parole di Savona è che il ministro intendesse dire che il condono porterà persone ricche a pagare imposte che altrimenti non avrebbero mai pagato (dando per scontato, quindi, che chi partecipa al condono non sarebbe mai stato scovato dal fisco). Visto che poi le risorse di questo condono (che non è chiaro quante saranno) verranno utilizzate tra le altre cose per finanziare aiuti ai meno abbienti, tramite il cosiddetto “reddito di cittadinanza”, allora l’operazione potrebbe configurarsi come una redistribuzione. Raramente però questa espressione si utilizza per descrivere operazioni così poco lineari.