L’Antitrust ha multato Samsung e Apple per gli aggiornamenti che rallentano gli smartphone
Dovranno pagare rispettivamente 5 e 10 milioni di euro, ma è una decisione controversa che riguarda la presunta "obsolescenza programmata"
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha multato Apple per 10 milioni di euro e Samsung per 5 milioni di euro per avere violato il “Codice del Consumo”, con alcuni aggiornamenti per i loro smartphone che avrebbero “provocato gravi disfunzioni e ridotto in modo significativo le prestazioni, in tal modo accelerando il processo di sostituzione degli stessi”. La decisione rientra nell’ampio dibattito sulla cosiddetta “obsolescenza programmata”, la presunta pratica seguita dai produttori per rendere obsoleti i loro prodotti, nel caso degli smartphone, con sistemi operativi e software che richiedono più risorse per poter funzionare.
La multa da 5 milioni di euro per Samsung è per avere “insistentemente proposto” ai suoi utenti di aggiornare i Galaxy Note 4 con una nuova versione di Android, senza informarli sui “gravi malfunzionamenti dovuti alle maggiori sollecitazioni dell’hardware”, che in alcuni casi hanno anche richiesto interventi di manutenzione dei dispositivi non coperti da garanzia.
Nel caso di Apple, la multa è da 10 milioni di euro perché comprende più violazioni del “Codice del Consumo”. Secondo l’AGCM, Apple ha “insistentemente proposto” di aggiornare gli iPhone 6 (6/6 Plus e 6S/6S Plus) a iOS 10 nel 2016, “senza informare delle maggiori richieste di energia del nuovo sistema operativo e dei possibili inconvenienti – quali spegnimenti improvvisi – che tale installazione avrebbe potuto comportare”. A questo si collega il problema delle batterie logore degli iPhone emerso alla fine dello scorso anno, che rendeva necessario un rallentamento di alcuni iPhone per renderli più stabili. Apple ha poi deciso di scontare la sostituzione delle batterie logore per tutto il 2018.
Apple ha sempre negato di seguire pratiche di “obsoloscenza programmata”. Il tema esiste, ma è su una scala diversa e riguarda l’inevitabile tendenza in ambito tecnologico (e non solo) a produrre dispositivi sempre più potenti, che possono gestire software più complessi meglio di quanto facessero i modelli precedenti. La conseguenza è che per usare le funzionalità più recenti è necessario acquistare un nuovo modello. Nel caso di Apple si parlò molto di obsolescenza programmata nel 2013, quando fu introdotto iOS 7, sistema operativo che cambiava molte cose rispetto alla versione precedente e che causò un marcato rallentamento dei modelli di iPhone più vecchi, rendendoli in alcuni casi quasi inutilizzabili. Quell’aggiornamento contribuì più di altro ad alimentare l’idea che Apple rallentasse apposta i dispositivi più datati per venderne di nuovi. In realtà, anche sul piano economico, le cose sono più complesse di così.
Apple trae importanti profitti non solo dalle vendite degli smartphone, ma anche dalle applicazioni che si possono acquistare sul suo App Store. L’azienda ha quindi tutto l’interesse a mantenere una base molto ampia di proprietari di iPhone, attivi e interessati a spendere soldi per le app, per gli ebook, i film, il servizio di musica in streaming Apple Music e per quello di archiviazione online iCloud. Se la durata degli iPhone fosse volutamente limitata, molti utenti sarebbero meno propensi a comprare un altro iPhone, visto quanto poco gli è durato il primo.
Le stesse statistiche sull’utilizzo dei vari modelli in giro per il mondo sfatano, almeno in parte, il mito sulla scarsa longevità degli smartphone di Apple. Gli iPhone 6, messi in vendita più di quattro anni fa, continuano a essere tra i più diffusi: 21 per cento di tutti gli iPhone attivi in giro per il mondo. Seguono gli iPhone 6s (18 per cento) di tre anni fa e gli iPhone 5s (12 per cento) di oltre 5 anni fa. Non è dato sapere quanti di questi dispositivi siano stati venduti negli anni seguenti alla loro presentazione, né se funzionino ancora con la batteria originale o se siano stati sottoposti alla sua sostituzione, non necessariamente con un ricambio originale.