La Nuova Zelanda ha un grosso problema con la “cannabis sintetica”
Da quando è stata resa illegale, è diventata molto più potente e tossica: nell'ultimo anno sono morte almeno 45 persone
In Nuova Zelanda nell’ultimo anno sono morte almeno 45 persone a causa della cosiddetta cannabis sintetica, un’alternativa alla cannabis creata con sostanze chimiche molto più potenti e pericolose del THC (o delta-9-tetraidrocannabinolo). Il THC è il principio attivo che nella cannabis provoca gli effetti stupefacenti: la maggior parte della cannabis sintetica – a volte anche fatta con piante diverse dalla marijuana – agisce sulle stesse aree del cervello su cui agisce il THC, ma con effetti diversi e peggiori.
Si parla di “almeno 45 persone” perché si ritiene che i morti possano essere molti di più, visto che la sostanza è illegale e la sua diffusione, soprattutto tra i più poveri, difficilmente controllabile. Il problema sta diventando però sempre più grande, visto che si ritiene che nei precedenti cinque anni fossero morte solo due persone per via della cannabis sintetica. La cannabis sintetica è oggi il narcotico che fa più morti in Nuova Zelanda e ci sono sempre più casi di gravi intossicazioni: a settembre decine di persone sono finite in ospedale a Christchurch, la terza città del paese, per via di una partita particolarmente nociva.
In Nuova Zelanda la cannabis sintetica è stata venduta legalmente dal 2004 al 2014, su internet ma anche in alcuni negozi. Sebbene ci fossero dubbi sui suoi effetti sulla salute, era più controllata e meno potente di quella che ora è venduta illegalmente. Ci sono varie versioni su quanto possa essere potente la cannabis sintetica: il Guardian ha scritto che può essere “fino a 50 volte più potente” rispetto alla cannabis naturale “vera”, non trattata chimicamente; altri enti e giornali scrivono che, a seconda degli elementi aggiunti, può essere ancora più potente, e quindi nociva e letale.
Come ha spiegato Radio New Zealand (RNZ) in una dettagliata inchiesta sul consumo di cannabis sintetica nel quartiere più povero di Napier, una città nell’isola del Nord, per ottenere la cannabis sintetica si prendono liquidi o spray chimici che vengono aggiunti alle piante o alle foglie, non necessariamente di cannabis. La cannabis sintetica, insomma, in molti casi non è cannabis: è un’erba qualsiasi, spesso innocua, trattata con sostanze che simulano l’effetto della cannabis, ma molto più potente. Molti, in Nuova Zelanda, la chiamano “synnies”.
Si dice anche che in certi casi vengano aggiunti veleno per topi o spray insetticidi, ma non ci sono conferme. La cannabis sintetica viene assunta – cioè fumata o ingerita – come la cannabis naturale e può causare palpitazioni, allucinazioni e vomito. Chi l’ha usata dice che gli effetti sono spesso imprevedibili, perché non è dato sapere con quali spray, liquidi o solventi l’erba è stata trattata. Chi ha a che fare con persone che la usano racconta che molti non prendono nemmeno la semplice precauzione di fare un tiro e aspettare qualche minuto per capire gli effetti di quel singolo tiro, prima di farne altri.
La cannabis sintetica si sta diffondendo sempre più soprattutto tra i più poveri, perché costa anche meno della normale cannabis. È il motivo per cui – come ha spiegato Paul Quigley, un medico del Capital and Coast District Health Board, definito il più grande esperto neozelandese sulla sostanza – è difficile stimare il numero di persone che consumano la sostanza; molti di quelli che ne subiscono gli effetti non chiedono assistenza. Per provare a sensibilizzare la popolazione sulla questione, nel 2017 la polizia di Auckland diffuse un video di sorveglianza in cui si vedeva un uomo vomitare e poi collassare dopo aver fumato cannabis sintetica.
Ross Bell, direttore esecutivo della Drug Foundation neozelandese, ha detto al Guardian che la diffusione della cannabis sintetica è stata rapida e in gran parte imprevista: «Siamo stati presi di sorpresa, perché quando era legale non vedevamo il problema. Credo che nessuno di noi avesse capito o previsto gli effetti che queste sostanze potessero avere». Paul Quigley, un esperto di medicina d’emergenza e di cannabis sintetica ha detto, sempre al Guardian, che la cannabis sintetica è la droga «peggiore e più peculiare» con cui abbia mai avuto a che fare.
Jacinda Ardern, la prima ministra della Nuova Zelanda, ha detto di recente che il suo governo sta valutando la situazione e il vice primo ministro Winston Peters ha ammesso che il governo ha «fallito» nel riconoscere la gravità del problema. In Nuova Zelanda la cannabis non è legale nemmeno per uso medico, anche se negli ultimi mesi i principali partiti – anche il National Party, conservatore e all’opposizione – si sono detti a favore di una legge che ne regoli il consumo.