In Australia il governo non ha più la maggioranza
La coalizione conservatrice ha perso il seggio che era dell'ex primo ministro Turnbull, e ora dovrà cercare di governare pur essendo in minoranza alla Camera
In Australia la coalizione conservatrice ha perso la maggioranza alla Camera, e ora ci sarà quindi un governo di minoranza. È successo in seguito alle elezioni suppletive che si sono svolte sabato 20 ottobre nel seggio elettorale di Wentworth, a Sydney, vinte dall’indipendente Kerryn Phelps, che ha battuto il candidato del Partito Liberale Dave Sharma. Il seggio di Wentworth era rimasto vacante da quando l’ex primo ministro Malcolm Turnbull – sfiduciato dal Partito Liberale e sostituito dall’ex ministro del Tesoro Scott Morrison – si era dimesso da parlamentare.
Perdendo il seggio di Wentworth, alla coalizione conservatrice al governo – formata da Partito Liberale e Partito Nazionale – restano 75 seggi alla Camera dei Rappresentanti, uno in meno di quelli necessari per avere la maggioranza. In passato l’Australia ha già avuto due governi di minoranza (nel 1941 e nel 2010) e in entrambi i casi non erano caduti grazie all’appoggio degli indipendenti, cioè non legati a nessun partito. All’opposizione al momento ci sono 69 deputati del Partito Laburista e 6 deputati indipendenti (chiamati crossbenchers), che diventeranno decisivi per la stabilità del governo.
A complicare la situazione c’è il fatto che il governo ha scelto uno dei suoi parlamentari, Tony Smith, come speaker della Camera, un ruolo che gli impedisce di votare se non in caso di parità di voti. In sostanza la coalizione di governo ha 74 deputati e non 75. Se i Laburisti riuscissero a convincere tutti e sei i crossbenchers a sostenerli in Parlamento, quindi, l’opposizione arriverebbe a 75 membri e potrebbe far cadere il governo e chiedere nuove elezioni. Al momento questo scenario è considerato poco plausibile, visto che i sei crossbenchers hanno idee politiche anche molto contrastanti su alcuni temi; uno di questi, Cathy McGowan, ha già detto che non ha intenzione di portare l’Australia a nuove elezioni.