Oggi in Trentino-Alto Adige si votano i consiglieri provinciali
I seggi sono aperti fino alle 21 a Bolzano e fino alle 22 a Trento: ci si aspetta che cambino gli equilibri politici della regione
Oggi nelle province autonome di Trento e Bolzano si vota per rinnovare i consigli provinciali e, nel caso di Trento, per scegliere il nuovo presidente della provincia. Sono anche elezioni regionali, di fatto, dato che i consiglieri provinciali di Trento e Bolzano sono anche i consiglieri regionali del Trentino-Alto Adige e i presidenti delle due province a turno sono anche i presidenti della Regione. In Trentino i seggi hanno aperto alle 6 e rimarranno aperti fino alle 22: il risultato del voto sarà diffuso lunedì. In Alto Adige invece i seggi hanno aperto alle 7 e resteranno aperti fino alle 21: lo spoglio inizierà subito dopo la chiusura.
Sono elezioni per cui c’è una attenzione particolare anche a livello nazionale, perché a Trento i partiti autonomisti potrebbero per la prima volta finire all’opposizione, mentre a Bolzano rischiano di doversi alleare per la prima volta con il centrodestra, invece che con i tradizionali alleati di centrosinistra.
Le elezioni a Trento
I sistemi elettorali delle due province autonome funzionano in modo diverso. Gli elettori della provincia di Trento possono votare il candidato presidente della provincia che preferiscono e scegliere una delle liste a lui collegate (non è quindi ammesso il voto disgiunto). All’interno delle liste, che possono formare coalizioni prima del voto, si possono scegliere fino a due preferenze. Se le si indica entrambe, una deve essere per un candidato uomo e una per una candidata donna: è una novità dell’ultima modifica alle regole elettorali. Se non si rispetta questa regola, la seconda preferenza viene automaticamente annullata.
Le elezioni sono a turno unico, i seggi sono distribuiti con metodo proporzionale ed è previsto un premio di maggioranza alla lista o coalizione di liste che ottiene il maggior numero di voti – qui trovate tutti i dettagli. I consiglieri provinciali da eleggere sono 35. Un seggio è riservato è riservato alla minoranza linguistica ladina.
La provincia autonoma di Trento è considerata una delle poche roccaforti del centrosinistra nel Nord Est. Dalla fine della Democrazia Cristiana, è governata da una coalizione formata da centrosinistra e partiti autonomisti. Alle precedenti elezioni regionali, nel 2013, Ugo Rossi, candidato dell’alleanza tra PD e autonomisti, raccolse più del 58 per cento dei voti, ma i risultati delle ultime elezioni politiche lasciano pensare che con questo voto le cose potrebbero cambiare, anche perché questa volta Rossi è candidato da solo con il Partito autonomista trentino tirolese (PATT), mentre il PD ha un proprio candidato, il senatore Giorgio Tonini.
In #Trentino contano le coalizioni: vincerà chi ottiene con un voto più degli altri. Il #centrodestra parte favorito: fu la coalizione più votata alle #Politiche2018 (e alle #provinciali di domani @pdnetwork e #PATT andranno divisi…)
🗳️#ElezioniTAA pic.twitter.com/MfZBNSBEGg
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Al contrario del centrosinistra, il centrodestra si è riunito dopo le elezioni del 2013 e anche per questo è da molti considerato la coalizione favorita. Il loro candidato è Maurizio Fugatti, già candidato con la Lega nel 2013 e oggi sostenuto da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Unione di Centro e da una serie di liste civiche. Alle politiche del 4 marzo la Lega ottenne il risultato migliore nella coalizione di centrodestra, raccogliendo il 19,19 per cento dei voti. Se il centrodestra dovesse riuscire a vincere, sarebbe la prima volta da decenni in cui i partiti autonomisti rimangono fuori dal governo della provincia e per la prima volta ci sarebbe un presidente regionale di destra in Trentino-Alto Adige.
Non ci si aspettano invece grandi risultati dal Movimento 5 Stelle che si presenta da solo con lo stesso candidato del 2013, Filippo Degasperi, che all’epoca raccolse il 6,6 per cento dei voti. Alle politiche dello scorso 4 marzo il Movimento è comunque andato molto meglio, ottenendo il 19,2 per cento dei voti.
Le elezioni a Bolzano
Il sistema elettorale della provincia di Bolzano – dove si eleggono sempre 35 consiglieri – non prevede alleanze precedenti al voto, quindi tutti i partiti corrono da soli in un sistema sostanzialmente proporzionale e i grandi partiti italiani devono solitamente accontentarsi delle briciole lasciate dai partiti autonomisti. Nel 2013, per esempio, il PD raccolse il 6,7 per cento, Forza Italia (che nella provincia si chiama Forza Alto Adige) e Lega Nord ottennero appena il 2,5 per cento, così come il Movimento 5 Stelle. Fino alle elezioni regionali del 2013 la maggioranza assoluta dei voti è sempre andata addirittura a un unico partito, la Südtiroler Volkspartei (SVP), da anni alleato con il centrosinistra.
Non è prevista l’elezione diretta del presidente della provincia, che viene scelto dopo le elezioni con un voto dal consiglio provinciale. Ogni elettore può esprimere fino a quattro preferenze per i consiglieri.
Se i risultati delle elezioni politiche di marzo dovessero ripetersi, per la prima volta nella sua storia l’SVP potrebbe essere costretta ad allearsi con il centrodestra per avere i numeri necessari a governare.
Alle #provinciali in #AltoAdige si vota con un sistema proporzionale. La #SVP si è confermata partito egemone in provincia di #Bolzano anche alle #Politiche2018, ma è difficile che domani possa ottenere una maggioranza autosufficiente…
🗳️#ElezioniTAA pic.twitter.com/kUl8lCcvuC
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Secondo i sondaggi realizzati quest’estate, Lega e Movimento 5 Stelle dovrebbero crescere superando entrambe il 5 per cento. La SVP dovrebbe calare ancora dal 45 per cento del 2013 a circa il 40 per cento mentre il PD dovrebbe scendere intorno ai 5 punti percentuali. In questo scenario, il PD riuscirebbe a eleggere un unico consigliere, troppo poco per garantire all’SVP una maggioranza. Se le cose andassero così, gli autonomisti dell’Alto Adige potrebbero essere costretti a ribaltare le loro alleanze e stringere un accordo con la Lega, che di consiglieri potrebbe eleggerne due. È stato lo stesso segretario della Lega, Matteo Salvini, a dire che questo è proprio il suo obiettivo.