C’è un “caso Lodi” anche in Veneto
Le famiglie dei bambini non comunitari devono presentare documenti aggiuntivi per avere accesso ai buoni libri: lo ha deciso la giunta di centrodestra
Dopo il caso dei bambini stranieri esclusi dalle mense scolastiche a Lodi, lunedì diversi giornali hanno raccontato di una storia simile che sta accadendo in Veneto, dove governa una giunta di centrodestra guidata da Luca Zaia (Lega). La regione ha infatti deciso che in Veneto, per ottenere il contributo regionale sull’acquisto dei testi scolastici, i cittadini non comunitari devono presentare sia la certificazione ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) – richiesta a tutti – sia un certificato sul possesso di immobili o percezione di redditi all’estero che sia rilasciato dalle autorità del paese di provenienza. Il certificato non è richiesto nel caso in cui il paese di provenienza abbia firmato un’apposita convezione con l’Italia che consenta «la presentazione delle dichiarazioni sostitutive».
La richiesta di presentare documenti aggiuntivi rivolta alle famiglie di bambini extracomunitari è contenuta nella pagina “Istruzioni per i richiedenti” pubblicata sul sito della regione Veneto (PDF), dove si specifica anche che tutta la documentazione dovrà essere presentata entro il 15 ottobre, cioè oggi.
Così come era successo per l’esclusione dei bambini stranieri dalle mense di Lodi, la richiesta del Veneto viene considerata discriminatoria verso i cittadini di paesi fuori dall’Unione Europea. Da giorni la richiesta viene criticata al Consiglio regionale: il gruppo del PD ha presentato un’interrogazione alla giunta, chiedendo una proroga della scadenza per la consegna dei documenti e sottolineando come la norma introdotta non sia presente né nelle delibere della giunta né nel bando per la concessione dei contributi sui libri, ma soltanto nelle “Istruzioni per il richiedente” diffuse a settembre sul sito Internet della regione.
I due primi firmatari dell’interrogazione, i consiglieri Francesca Zottis e Claudio Sinigaglia, hanno parlato ad ANSA delle difficoltà create dalla richiesta di documentazione aggiuntiva. Zotti e Sinigaglia hanno spiegato che le amministrazioni locali neanche sanno quali sono i paesi con cui sono state firmate le convenzioni di cui parla il sito della regione, cosa che obbliga praticamente tutte le famiglie non comunitarie a provare a ottenere il documento richiesto. Un’altra criticità riguarda i tempi: il fatto che questa richiesta non fosse nel bando iniziale, ma sia stata inserita solo successivamente nella pagina online pubblicata dalla regione, ha ridotto di moltissimo i tempi disponibili per ottenere il documento in questione.
Infine, come è successo nel caso di Lodi, è molto difficile se non impossibile per le famiglie non comunitarie ottenere documenti di questo tipo: in alcuni paesi di origine quel tipo di documentazione non esiste, in altri la burocrazia statale non funziona o funziona con tempi lunghissimi, in altri ancora manca addirittura un governo riconosciuto e funzionante o è impossibile tornare per ragioni di sicurezza. La conseguenza più immediata, dicono i critici della norma, sarà l’esclusione di grandissima parte delle famiglie extracomunitarie dall’erogazione dei contributi regionali per l’acquisto dei testi scolastici.