I migranti di Riace saranno trasferiti altrove
Lo ha deciso il ministero dell'Interno per «palesi irregolarità» nella gestione dei fondi statali, dopo meno di due settimane dall'arresto del sindaco Domenico Lucano
Il governo ha deciso il trasferimento di tutti i migranti inseriti nel sistema di seconda accoglienza del piccolo comune calabrese di Riace, citato in questi anni come esempio positivo di integrazione fra migranti e cittadini italiani ma di recente finito nelle cronache nazionali per l’arresto del suo sindaco, Domenico Lucano.
La disposizione è contenuta in una circolare del 9 ottobre scorso scritta dal dipartimento delle libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno (PDF): stabilisce il trasferimento dei richiedenti protezione internazionale di Riace verso altre strutture entro 60 giorni e la restituzione di tutti i soldi (si parla di centinaia di migliaia di euro), a causa di «palesi irregolarità» nella gestione dei fondi statali destinati all’accoglienza. La decisione, resa pubblica solo ieri sera, ha già ricevuto molte critiche, soprattutto perché il modello di accoglienza di Riace è stato spesso raccontato come efficace e positivo. I fondi riservati a Riace, comunque, erano già stati sospesi mesi fa, proprio a causa di alcune irregolarità riscontrate dagli ispettori del ministero dell’Interno.
La disposizione del ministero dell’Interno riguarda quei migranti già inseriti nel sistema della seconda accoglienza, gli SPRAR (sigla che sta per Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), cioè quelli che sono in attesa di sapere cosa ne sarà della loro domanda di asilo o altra forma di protezione internazionale. Gli SPRAR, gestiti solitamente dalle associazioni, sono quei centri dove si favorisce la reale integrazione dei migranti, per esempio con corsi di lingua o altri percorsi finalizzati a insegnare una professione. Non è ancora chiaro quante persone saranno interessate dalla circolare, ma va tenuto presente che il sistema SPRAR è il più diffuso nel piccolo paese.
Nelle 21 pagine di documento del ministero dell’Interno, sono elencati tutti i problemi riscontrati nel sistema dagli ispettori del ministero dell’Interno tra il 2016 e il maggio 2018.
Si parla per esempio di «mancato aggiornamento della banca dati gestita dal servizio centrale», della «mancata corrispondenza tra i servizi descritti nella domanda di contributo e quelli effettivamente erogati», di «anomalie riferite ai diversi immobili donati agli immigrati che non venivano registrati o messi in regola, solo in maniera tardiva», e di «mancata rendicontazione». Uno dei principali problemi riscontrati, dice il documento, riguarda la gestione del pocket money, cioè una piccola somma che viene data ai migranti per le spese quotidiane. Visto che capitava che i soldi dei pocket money garantiti dal ministero dell’Interno arrivassero in ritardo, il sindaco di Riace aveva inventato una specie di “moneta riacese” che fungeva da “pagherò” e che poteva essere usata in diversi negozi del comune. Con queste banconote, con stampate le facce di Che Guevara, Gandhi e Martin Luther King, i commercianti incassavano poi l’equivalente in euro.
L’ordine di trasferimento dei migranti è arrivato una settimana dopo l’arresto del sindaco di Riace, Domenico Lucano, cioè la persona che aveva inventato questo modello di accoglienza dei migranti. Lucano è accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e illeciti nell’affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti: in particolare l’indagine aveva concluso che Lucano avrebbe organizzato dei “matrimoni di convenienza” tra cittadini italiani e donne straniere per consentire la permanenza di queste ultime sul territorio e affidato direttamente e senza gara d’appalto il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti di Riace a due cooperative sociali che non avrebbero avuto i requisiti per fornire quel servizio.
Dopo la diffusione della circolare Lucano ha annunciato di voler ricorrere al TAR, commentando: «Vogliono solo distruggerci». Anche il governatore della Calabria, Mario Oliviero (PD), ha chiesto a Salvini di ripensarci: «È una decisione assurda ed ingiustificata. Mi auguro che dietro non si celi l’obiettivo di cancellare una esperienza di accoglienza, estremamente positiva, il cui riconoscimento ed apprezzamento è largamente riconosciuto anche a livello internazionale. Chiedo al Ministro dell’Interno di rivedere questa decisione». Per il momento il ministero non ha dato altre informazioni su quello che succederà ora, per esempio sul luogo nel quale saranno trasferiti i migranti nei prossimi 60 giorni.