I risultati delle elezioni in Baviera
Gli storici alleati di Merkel hanno perso un sacco di voti e la maggioranza assoluta in Parlamento, i Verdi sono il secondo partito e l'estrema destra ha superato il 10 per cento
La prima notizia dalle elezioni di domenica in Baviera – una delle regioni più ricche, popolose e importanti della Germania – è che l’Unione Cristiano-Sociale (CSU), il partito conservatore bavarese storico alleato della CDU di Angela Merkel, ha perso la maggioranza assoluta dei seggi nel parlamento locale, come pochissime volte era accaduto nel dopoguerra. La CSU si è confermata il primo partito della Baviera, ma secondo i risultati preliminari i suoi voti sono passati dal 47,7 per cento del 2013 al 37,2 per cento. La seconda notizia è che il partito di destra radicale AfD ha ricevuto il 10,2 per cento dei voti ed entrerà per la prima volta in Parlamento anche in Baviera; la terza notizia è l’ottimo risultato dei Verdi, che sono diventati il secondo partito più votato – con quasi il 18 per cento – quasi totalmente a scapito dei socialdemocratici della SPD, scesi sotto il 10 per cento. I Verdi sono stati anche il partito più votato a Monaco, dove hanno superato il 30 per cento dei voti.
Germany (Bavarian state election), preliminary final result:
CSU-EPP: 37.2%
GRÜNE-G/EFA: 17.5%
FW-ALDE: 11.6%
AfD-EFDD: 10.2%
SPD-S&D: 9.7%
FDP-ALDE: 5.1%
LINKE-LEFT: 3.2%
BP-*: 1.7%
ÖDP-G/EFA: 1.6%
PARTEI-NI: 0.4%#ltwbayern #ltwby #ltwby18 #bayern #landtagswahl pic.twitter.com/4qbYhSXVXK— Europe Elects (@EuropeElects) October 15, 2018
La Baviera è il secondo stato più popoloso della Germania, con 12,5 milioni di abitanti e 9 milioni di elettori (il primo è il Nordrhein-Westfalen, quello di Düsseldorf e di Colonia). Come superficie è il più grande, e da solo copre il 20 per cento di tutto il territorio tedesco. È anche uno stato ricco, dove hanno sede alcune delle società più importanti della Germania, come BMW e Siemens. Per cinquant’anni la Baviera è stata, più di ogni altra regione della Germania, un luogo di grande stabilità elettorale. Dal 1962, i conservatori dell’Unione Cristiano-Sociale (CSU) avevano perso solo una volta la maggioranza assoluta: nel 2008, per ritrovarla poi nel 2013.
La CSU avrà comunque la maggioranza relativa: dovrà però governare insieme a un altro partito, e fare i conti con un indebolimento probabilmente mai così grave.
Cosa dicevano i sondaggi
I sondaggi avevano predetto che la CSU avrebbe ottenuto comunque la maggioranza relativa, ma che salvo sorprese clamorose avrebbe dovuto governare insieme a un altro partito, e fare i conti con un indebolimento probabilmente mai così grave.
Il partito che continua a guadagnare punti nei sondaggi è quello dei Verdi, che veniva stimato al secondo posto con circa il 18 per cento. L’AfD, terzo partito in Germania per numero di parlamentari, in Baviera era dato al 13 per cento circa (nel 2013 non aveva partecipato alle elezioni). I socialdemocratici della SPD erano all’11 per cento mentre i Freie Wähler, un partito locale conservatore e tradizionalista, erano quasi al 10 per cento. I liberali dell’FDP e la sinistra erano invece dati molto bassi e distanziati rispetto agli altri.
Verdi e Freie Wähler
In Baviera i Verdi sono guidati da Ludwig Hartmann, 40 anni, e da Katharina Schulze, 33 anni. Lei ha attirato in particolare l’attenzione dei media: è giovane, carismatica, fa cose divertenti per farsi notare (lo scorso febbraio durante il carnevale si è vestita da Daenerys Targaryen di Game of Thrones dicendo che a ottobre avrebbe conquistato la politica bavarese per mettere fine alla maggioranza della CSU), sta portando avanti una campagna elettorale molto vivace ed è esplicitamente antifascista: «Mai più guerra, mai più fascismi», ripete spesso. «Essere antifascista non significa essere un’estremista di sinistra», ha anche spiegato.
Nelle elezioni regionali bavaresi del 2013 i Verdi avevano ottenuto solo il 9,4 per cento dei voti. Negli ultimi sondaggi hanno praticamente raddoppiato il loro consenso e questo sembra riflettere una tendenza che supera i confini della Baviera. Anche in Assia, dove si terranno le elezioni regionali a fine mese, i Verdi sono in crescita e anche lì sono dati al 18 per cento. Nella campagna elettorale per la Baviera i Verdi hanno mantenuto un atteggiamento piuttosto equilibrato verso il partito al governo, la CSU, cercando di alternare critiche e aperture.
In Italia tendiamo ad associare automaticamente i Verdi all’estrema sinistra, ma in Europa non è così: in generale si può affermare che stanno portando avanti una visione europeista, liberale e di apertura sui temi dell’immigrazione (in un’intervista sulla Stampa di venerdì 12 ottobre Schulze ha parlato non di «gestire», ma di «costruire l’integrazione (…) la CSU ha reso sempre più difficile la concessione di permessi di lavoro, e quindi è cresciuto il numero di coloro che stanno qui ma sono disoccupati»).
Il secondo partito con cui teoricamente la CSU potrebbe allearsi sono i Freie Wähler guidati da Hubert Aiwanger, 47 anni. Fuori dalla Germania meridionale non li conosce quasi nessuno; in Baviera e nel Baden-Württemberg governano a livello comunale, così come in Sassonia. Sono considerati conservatori e, poiché sono principalmente attivi a livello locale, non hanno mai avuto un unico programma condiviso e ben definito. Chiedono asili nido gratuiti e meno contratti a tempo determinato, come l’SPD; si oppongono alla costruzione di una terza pista all’aeroporto di Monaco, come i Verdi; vogliono limitare il ricongiungimento familiare per i rifugiati e facilitare il rimpatrio degli immigrati, come la CSU; vogliono introdurre lo studio delle tradizioni locali nelle scuole, promuovere i dialetti e preservare i costumi.
In realtà la loro strategia, semplificando, è affermare che sono come la CSU, ma solo più ragionevoli. Molti elettori dell’Unione Cristiano-Sociale troverebbero umiliante la formazione di un governo insieme ai Freie Wähler, mentre Aiwanger ha comunque già stabilito una condizione senza la quale il suo partito non potrebbe mai entrare in una coalizione: no alla terza pista all’aeroporto di Monaco.
È anche grazie ai Freie Wähler se l’AfD in Baviera, almeno nei sondaggi, non ha ancora raggiunto la forza che ha in altri stati; molti potenziali elettori dell’AfD potrebbero aver scelto di votare per loro, scrive lo Spiegel. Allo stesso tempo, l’ascesa del partito di estrema destra AfD è la più forte minaccia per i Freie Wähler. Entrambi hanno comunque raccolto i voti degli scontenti della CSU. Negli ultimi anni a livello nazionale i leader della CSU sono stati critici nei confronti delle politiche di apertura ai migranti adottate da Merkel e questo ha causato anche una recente crisi di governo. La CSU, in teoria, avrebbe dovuto essere un’efficace barriera al populismo anti-migranti dell’AfD. Le cose però sono andate diversamente: alle ultime elezioni generali la CSU in Baviera ha perso il 10 per cento dei voti e AfD ha ottenuto il 12,6 per cento, una crescita dell’8 per cento rispetto al suo risultato del 2013.
Sui social network, in questi giorni, circola molto un video che mostra il candidato dell’AfD Andreas Winhart mentre parla dei richiedenti asilo che sono malati di HIV, scabbia e tubercolosi. Oltre ai soliti argomenti razzisti, la strategia dell’AfD per la campagna elettorale in Baviera è stata quella di attaccare la CSU definendo inverosimile il suo spostamento a destra sui migranti, mentre loro avranno il coraggio di andare fino in fondo senza mediazioni: «L’AfD mantiene ciò che la CSU promette», è uno degli slogan di queste settimane. Hanno anche affermato che Franz Josef Strauß, uno dei fondatori della CSU e ex presidente della Baviera, voterebbe AfD se fosse ancora vivo.