“A Star is Born”, per la quarta volta
Il film di Bradley Cooper con Lady Gaga che esce giovedì è l'ennesimo remake di una storia molto nota, e sta piacendo moltissimo
Da giovedì 11 ottobre nei cinema italiani ci sarà A Star Is Born, il primo film diretto da Bradley Cooper e il primo film da attrice protagonista di Lady Gaga, nome d’arte della cantante Stefani Joanne Angelina Germanotta. Negli Stati Uniti, dove è già uscito, è piaciuto moltissimo e se ne parla per gli Oscar, si stanno ascoltando molto le canzoni e si commenta soprattutto quanto bene Lady Gaga abbia recitato e Cooper abbia diretto il tutto. E si è parlato molto anche degli A Star Is Born che ci sono stati prima di questo: nel 1937, nel 1954 e nel 1976. Tutti noti in Italia come È nata una stella e a loro volta ispirati a un film del 1932, dal titolo A che prezzo Hollywood?.
Tutti gli A Star is Born – questo con Lady Gaga è il primo ad aver mantenuto il titolo in inglese anche in Italia – parlano di una donna che prova a diventare una “stella”, del cinema o della musica, e di un uomo che non lo è più come un tempo ma la aiuta a diventarlo. In tutti i film lui e lei si innamorano e mentre lei arriva al meritato successo lui completa il suo declino. Come ha scritto Alissa Wilkinson su Vox, tutti gli A Star is Born sono allo stesso tempo «una storia d’amore, una tragedia e una storia dalle-stelle-alle-stalle con al centro una carismatica figura femminile». Prima di Lady Gaga le protagoniste erano state Janet Gaynor, Judy Garland e Barbra Streisand. Sul perché la storia piaccia così tanto a Hollywood, Wilkinson ha scritto: «È così familiare, è così un archetipo, che non ci sarebbe da stupirsi se dovessimo trovarla già in qualche incisione rupestre preistorica».
L’inizio di tutto: A che prezzo Hollywood?
«I puristi dicono che iniziò tutto con A che prezzo Hollywood?», ha scritto Maureen Lee Lenker su Entertainment Weekly. In quel film c’è un’attrice in ascesa e un mentore alcolizzato, anche se manca la storia d’amore. I puristi ricordano anche che questo film fu prodotto dalla RKO e da David O. Selznick, che cinque anni dopo avrebbe prodotto anche il primo È nata una stella. Ci sono svariate interpretazioni su quale vera coppia regista-attrice sia basato il film, e non è detto che sia basato su qualcuna in particolare o solo su una.
Lo diresse George Cukor all’inizio della sua carriera e ci recitarono Constance Bennett e Lowell Sherman. Lei interpretò la cameriera e aspirante attrice Mary; lui il famoso e alcolizzato regista Max, che le offre un provino. Todd S. Purdum ha scritto sull’Atlantic che «in questa versione la stella in ascesa è una figura mono-dimensionale, che serve quasi solo a esplorare la tragedia del regista in disgrazia, che Sherman interpreta in modo toccante, non sentimentale e introspettivo».
Il finale è scritto sotto il video: se avete in mente di vederlo, evitate di leggere.
Mary si sposa, resta incinta e divorzia. Max si suicida sparandosi nel petto. Alla fine-fine Mary vola in Francia dove fa pace con l’ex marito.
A Star is Born del 1937
Lo diresse William A. Wellman (il regista che aveva diretto Ali, il primo film a vincere un Oscar) e, lo sapete già, lo produsse David O. Selznick. Somigliava così tanto a A che prezzo Hollywood? che la RKO pensò di far causa a Selznick, che in questo caso lo produsse da solo con la sua nuova società, la Selznick International Pictures. Si dice anche che Cukor, regista del film del 1937, rifiutò di dirigere anche questo proprio perché le due storie si somigliavano troppo. I due protagonisti furono Janet Gaynor e Fredric March. Gaynor era stata una grande attrice del cinema muto, era stata la prima attrice a vincere un Oscar, ma in quegli anni non era più apprezzata come in precedenza. March, al contrario, era un attore in ascesa.
Gaynor e March interpretarono Esther Blodgett (il nome da attrice che sceglie Vicki Lester) e Norman Maine. Lei, cresciuta in una fattoria in North Dakota, è arrivata a Los Angeles per fare l’attrice; lui è un attore alcolizzato a cui lei chiede aiuto per realizzare il suo sogno. Come il precedente e a differenza dei successivi, questo film non è un musical. Il film è noto, tra le altre cose, perché Gaynor fa delle imitazioni di Greta Garbo, Katharine Hepburn e Mae West, e c’è un riferimento a Joan Crawford e al suo particolare modo di mettersi il rossetto, andando oltre i confini delle sue labbra, per disegnarsi una specie di broncio. I critici apprezzarono molto il film, che a differenza del precedente mette molto più al centro della storia il personaggio femminile. Sul sito Film School Rejects Julia Teti ha però fatto notare che, visto ora, il personaggio di Gaynor ha un ottimismo quasi fastidioso. Purdum ha raccontato che negli ultimi anni della sua vita Humphrey Bogart era solito guardarlo per il suo compleanno, il 25 dicembre, e che ogni volta piangeva. Bogart ebbe problemi con l’alcol e quando aveva 49 anni sposò Lauren Bacall, giovane attrice in ascesa, che allora ne aveva 19.
Anche qui, finale dopo il video.
Esther e Norman si innamorano e lui, da ubriaco, rovina il momento in cui lei viene premiata agli Oscar. Alla fine, lui si uccide scegliendo di annegare in mare.
A Star is Born del 1954
Lo diresse George Cukor, dopo che nel 1937 aveva detto di no. Esther e Norman questa volta furono interpretati da Judy Garland – famosissima per Il mago di Oz, ma non solo – e da James Mason, che è famoso anche per il suo ruolo in North by Northwest di Alfred Hitchcock. Garland era nota per essere un’attrice problematica e spesso instabile, che da alcuni anni aveva praticamente smesso di recitare e che in alcune occasioni aveva tentato il suicidio. Si dice che Cukor provò a convincere Cary Grant, Humphrey Bogart e Frank Sinatra a interpretare Norman, ma tutti rifiutarono.
Questo A Star is Born è un musical (con le musiche scritte da Ira Gershwin, fratello di George) e dura circa tre ore. Esther è una cantante e Norman la incontra in un locale notturno in cui lei si esibisce, senza particolare successo. Norman la nota e la aiuta a diventare una star dei musical di Hollywood. Anche qui lui rovina il momento in cui lei viene premiata agli Oscar. Il film, quello vero, ricevette sei nomination agli Oscar, compreso quello a Garland per la miglior attrice. Vinse però Grace Kelly. Il film piacque molto, forse più del precedente, e molti apprezzarono la recitazione di Garland.
Come finisce è scritto dopo la canzone (una delle più famose tra quelle nei film).
Anche qui lui si uccide, anche qui camminando verso il mare.
A Star is Born del 1976
Lo diresse Frank Pierson, che ne scrisse la sceneggiatura insieme a John Gregory Dunne e alla scrittrice e giornalista Joan Didion. Vice l’ha definito il remake in versione «favola hippie-glam rock’n’roll» e i protagonisti sono Barbra Streisand e Kris Kristofferson, attore e cantante country. Si dice che per il ruolo da protagonista furono presi in considerazione Neil Diamond, Marlon Brando ed Elvis Presley.
Così come nella versione del 2018, questo film è tutto ambientato nel mondo della musica. Lui (John Norman) è una famosa ex rockstar e incontra lei (Esther) mentre si sta esibendo in un bar. Anche in questo caso è un musical. Si innamorano, si sposano e lei diventa famosissima. Nei precedenti film si parlava di protagoniste che, nel film, vincevano l’Oscar ed erano interpretate da attrici che poi, nella vita vera, non vinsero l’Oscar. In questo film Esther vince un Grammy e nella vita vera lo vinse anche Streisand, per la canzone “Evergreen”. A differenza di Garland e Gaynor, Streisand interpretò questo film all’apice della sua carriera, nella musica e nel cinema. Ai critici non piacque granché, ma fu comunque il secondo miglior incasso dell’anno: dietro a Rocky e davanti a Tutti gli uomini del presidente.
Ormai avete imparato: il finale dopo il video.
Lui diventa geloso del successo di lei e muore, probabilmente suicidandosi, in un incidente stradale.
A Star is Born del 2018, infine
Bradley Cooper, al primo film da regista, ha scelto di cambiare nome ai personaggi: lui interpreta Jackson Maine mentre Lady Gaga è Ally. Tra tutti i precedenti, il film assomiglia soprattutto a quello del 1976, che in certi casi cita anche in modo evidente. Lady Gaga è praticamente al suo debutto nel cinema, dopo aver avuto piccole parti in Machete Kills e Sin City – Una donna per cui uccidere, ma Wilkinson ha scritto che «davanti alla cinepresa è a suo agio come ogni pop star dovrebbe essere e come poche sanno invece essere». La canzone finora più apprezzata è “Shallow” e la colonna sonora è uscita il 5 ottobre, ma se capite l’inglese è meglio non ascoltarla perché contiene qualche spoiler sul film. I critici hanno apprezzato in particolar modo l’attenzione con cui vengono spiegati e raccontati i caratteri dei due protagonisti.
Il finale questa volta non ve lo diciamo.