Cosa succede alla Ferrari
In poco più di un mese ha trasformato un'ottima stagione in un'altra stagione complicata, e sembra che i problemi non riguardino solo i piloti e le gare
Il primo sabato di settembre, il Gran Premio d’Italia di Formula 1 sembrava essersi messo benissimo per la Ferrari: per la prima volta dal 2010 un suo pilota aveva ottenuto la pole position e per la prima volta in 18 anni due suoi piloti avrebbero occupato le prime due posizioni sulla griglia di partenza. E le cose sembravano essersi messe bene anche per il Mondiale: la Ferrari arrivava da un buon inizio di stagione e dalla vittoria di Sebastian Vettel in Belgio, che aveva avvicinato il pilota tedesco alla prima posizione nella classifica piloti occupata dall’inglese della Mercedes Lewis Hamilton.
La gara però andò male. Vettel commise un errore al primo giro, cercando di tenere testa a Hamilton, e dovette ripartire dalle ultime posizioni, arrivando quarto; l’altro ferrarista, Kimi Raikkonen, arrivò secondo dietro la Mercedes di Lewis Hamilton. Il giorno successivo, la Gazzetta dello Sport titolò «Autogol Ferrari», spiegando che la scuderia aveva «sbagliato tutto»: da allora la Ferrari ha davvero sbagliato tutto, dimostrandosi nettamente inferiore alla Mercedes e concedendo a Hamilton quattro vittorie di fila che lo hanno portato vicinissimo alla vittoria del suo quinto Mondiale.
Nella prima parte di questa stagione la Ferrari era sembrata tuttavia allo stesso livello della Mercedes, vincitrice delle precedenti quattro edizioni del Campionato mondiale. Vettel, il primo pilota della Ferrari (quello su cui si punta di più per la vittoria finale), aveva vinto i primi due Gran Premi della stagione, continuando poi ad ottenere buoni piazzamenti anche tra la primavera e l’estate. A Hockenheim, nel Gran Premio di Germania corso a fine luglio, Vettel commise tuttavia il primo vero errore della sua stagione, scivolando sull’asfalto mentre era in testa alla gara e andando a sbattere contro le protezioni. Si ritirò e lasciò venticinque punti pieni ad Hamilton, che lo superò anche in classifica. Da quel momento, oltre alla vittoria in Belgio, Vettel ha ottenuto un secondo posto, due terzi posti, un quarto e un sesto posto.
L’errore di Vettel a Hockenheim
Nell’ultimo fine settimana di gare a Suzuka, in Giappone, Vettel è andato a sbattere contro Max Verstappen al nono giro, lasciando la vittoria della gara a Hamilton, che potrebbe vincere il titolo già nel Gran Premio degli Stati Uniti di fine ottobre. L’errore di Vettel a Suzuka è stato però condizionato da un errore di strategia nel corso delle qualifiche: un errore di scelta delle gomme da usare nella fase finale non aveva infatti permesso a Vettel di andare oltre il nono posto. Al termine delle qualifiche, il team principal della Ferrari Maurizio Arrivabene ha detto di essere molto arrabbiato per quello che era successo e ha parlato dell’episodio definendolo un «errore inaccettabile».
Dopo Suzuka, con l’inferiorità nei confronti della Mercedes ormai accertata, sono iniziate a circolare indiscrezioni sulla scarsa collaborazione tra i principali responsabili della Ferrari. In particolare sembra che ci siano problemi tra Arrivabene e l’ingegnere Mattia Binotto, direttore tecnico della Ferrari. Si è parlato anche di una situazione di incertezza rimasta tale dalla morte di Sergio Marchionne, nominato presidente della Ferrari nell’ottobre 2014 e sostituito poi da John Elkann e dall’amministratore delegato Louis Carey Camilleri, dirigente della Philip Morris International, storico partner della Ferrari da cui proviene anche Arrivabene. L’ipotesi più probabile è che le figure operative della scuderia non siano ancora complete ed efficienti, a differenza di quelle di una squadra come la Mercedes che anno dopo anno si sta dimostrando estremamente solida.
Con un altro Mondiale ormai quasi perso, alla Ferrari ora non rimane che lavorare per la prossima stagione, per cui è già prevista una grossa novità. Il veterano Kimi Raikkonen lascerà la squadra e verrà sostituito dal ventenne monegasco Charles Leclerc. Nella prossima stagione Leclerc diventerà il secondo pilota più giovane ad aver mai guidato una Ferrari in Formula 1, dopo il messicano Ricardo Rodriguez, che nel 1961 corse a diciannove anni. La scelta di Leclerc era stata sostenuta da Marchionne e da Arrivabene, ma la sua scarsa esperienza non fornisce grandi certezze alla Ferrari, che dal prossimo anno affiancherà a Vettel un “ragazzino” portato in pochi mesi nella scuderia più prestigiosa delle corse automobilistiche. A detta di molti servirà inevitabilmente un po’ di pazienza, anche se il secondo pilota è un ruolo spesso indispensabile nell’andamento di una scuderia che ogni anno ha l’ambizione di vincere il Mondiale.