L’inchiesta su Kavanaugh servirà a qualcosa?
L'FBI avrà tempo solo fino a venerdì per trovare prove a sostegno delle accuse nei suoi confronti, e sembra che la Casa Bianca stia lavorando perché non accada
Le accuse di tentato stupro e molestie sessuali nei confronti di Brett Kavanaugh non hanno per ora interrotto il processo con cui il Senato statunitense dovrà confermare la sua nomina a giudice della Corte Suprema, decisa dal presidente Donald Trump. Dopo la testimonianza davanti alla commissione Giustizia del Senato della prima donna che ha accusato Kavanaugh di aver tentato invano di violentarla nel 1982, la dottoressa Christine Blasey Ford, e le richieste presentate in tal senso da alcuni senatori Repubblicani, il presidente Trump ha ordinato all’FBI di indagare sulle accuse a Kavanaugh. All’FBI sono stati dati però solo sette giorni di tempo per completare l’indagine: poi il Senato dovrà decidere se approvare o meno la nomina di Kavanaugh.
La decisione di ordinare una settimana di indagini su Kavanaugh è stata in un certo senso una scelta obbligata, per Trump: uno dei senatori Repubblicani della commissione Giustizia del Senato, Jeff Flake, l’aveva posta come condizione per approvare preliminarmente la nomina prima del voto di tutta l’aula. I Repubblicani hanno un solo voto di maggioranza, sia in commissione che in aula. Sembra che Flake sia arrivato a questa decisione dopo un pomeriggio molto complicato, durante il quale era anche fermato da una donna che diceva di essere stata vittima di violenza sessuale e che lo criticava per la sua decisione – annunciata poco prima – di votare a favore di Kavanaugh.
Da una parte Flake era sotto pressione da parte dei suoi colleghi Repubblicani per approvare la nomina, dall’altra avvertiva probabilmente il dovere di approfondire le accuse di tentato stupro e molestie, considerato che Kavanaugh potrebbe ottenere un posto a vita nel più importante organo del sistema giudiziario statunitense. Sul suo conto si sono accumulate in pochi giorni tre diverse accuse di aggressioni e molestie sessuali, diversi racconti sulle sue frequenti sbronze negli anni tra il liceo e l’università e – ha raccontato oggi il New York Times – la possibilità che abbia partecipato a una rissa in un bar nel 1985.
L’annuncio dell’indagine è sembrato inizialmente come una parziale vittoria dei Democratici che stanno cercando di bloccare la nomina di Kavanaugh, e l’FBI ha cominciato già venerdì a lavorare sul caso. Nei giorni immediatamente successivi, tuttavia, hanno cominciato a circolare diversi dubbi sulle reali possibilità dell’indagine di scoprire qualcosa di rilevante. In primo luogo a causa della grossa limitazione temporale (l’indagine dovrebbe concludersi entro venerdì) e poi perché CNN ha raccontato che la Casa Bianca stava controllando molto da vicino l’indagine e aveva fissato paletti piuttosto rigidi per limitare il campo d’azione degli agenti dell’FBI.
A supervisionare l’indagine dell’FBI è stato messo Don McGahn, un importante funzionario dell’amministrazione Trump che si sta anche occupando dell’approvazione di Kavanaugh da parte del Senato. Una fonte di CNN all’interno della Casa Bianca ha raccontato che McGahn sta lavorando con i senatori Repubblicani in modo da rendere l’indagine dell’FBI di fatto innocua, e sembra che McGahn abbia anche detto all’FBI quali sono le persone che possono interrogare. Anche se Trump ha detto che l’FBI avrà libertà assoluta, la sua stretta consigliera Kellyanne Conway ha detto pubblicamente che l’indagine si limiterà ad accertare cose che già si sanno e che non sarà una fishing expedition, un’espressione traducibile con “battuta di caccia” che indica un’indagine in cui si procede alla cieca sperando di trovare qualcosa di compromettente.
L’FBI intanto ha cominciato a interrogare le persone informate sulle accuse rivolte fin qui contro Brett Kavanaugh. Le più gravi sono quella di tentato stupro nei confronti di Christine Blasey Ford e quella di aver appoggiato il pene sul volto di Deborah Ramirez durante una festa all’università. Per ora non sembra che Ford e Kavanaugh verranno sentiti dagli agenti dell’FBI, che dovrebbero inizialmente concentrarsi sui testimoni indicati da Ford e Ramirez, a partire da Mark Judge, l’amico di Kavanaugh che Ford ha accusato di aver partecipato al tentato stupro.
Nonostante i molti dubbi intorno all’indagine, l’ex capo dell’FBI James Comey, che fu licenziato da Trump probabilmente per ragioni legate all’inchiesta dell’FBI sulle interferenze della Russia nelle elezioni statunitensi, ha scritto sul New York Times di avere fiducia che una settimana sia un tempo sufficiente per arrivare a risultati concreti. Naturalmente, ha scritto Comey, se il vero obiettivo dell’indagine fosse scoprire la verità, agli agenti dell’FBI non sarebbe stato messo un limite temporale; ma gli agenti dell’FBI sono anche tra i migliori al mondo nel loro lavoro e hanno un’organizzazione sviluppata e capillare. A meno che gli vengano posti limiti particolarmente stretti, ha scritto Comey, possono interrogare decine di persone in pochi giorni.
Inoltre, ha spiegato Comey, un conto è presentare un documento scritto in cui si può dare con molta calma la propria versione sui fatti, un altro conto è trovarsi di fronte a due agenti speciali dell’FBI che ti incalzano con le loro domande, ti fanno contraddire e ti fanno capire che è una questione molto seria. «È vero», ha scritto Comey, «i presunti fatti sono accaduti 36 anni fa. Ma gli agenti dell’FBI sanno che il tempo ha poco a che fare con la memoria. Sanno che ogni persona sposata si ricorda se c’era il sole o pioveva il giorno del suo matrimonio, non importa quanto tempo sia passato. I ricordi sono legati all’importanza del momento».
Qualunque cosa venga scoperta, l’FBI non trarrà conclusioni su Kavanaugh o sui suoi accusatori. Come è normale in casi del genere, tutto il materiale raccolto dagli agenti sarà sintetizzato in un resoconto finale e consegnato alla Casa Bianca, che potrà decidere cosa farne.