La Corte Costituzionale ha smontato un pezzo importante del Jobs Act
La Corte ha dichiarato illegittimo il meccanismo automatico con cui venivano calcolati gli indennizzi per i licenziamenti ingiustificati
La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimo il sistema di calcolo dell’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato introdotto dal Jobs Act. Il sistema prevedeva che l’indennizzo al lavoratore ingiustamente licenziato venisse calcolato sulla base dell’anzianità: due mensilità di indennizzo per ogni anno trascorso al lavoro. Le ultime modifiche introdotte dal governo Conte hanno stabilito che questo indennizzo debba essere pari a un minimo di sei mensilità e possa arrivare a un massimo di 36.
Secondo la Corte, però, «la previsione di un’indennità crescente in ragione della sola anzianità di servizio del lavoratore» è «contraria ai principi di ragionevolezza e di uguaglianza e contrasta con il diritto e la tutela del lavoro sanciti dagli articoli 4 e 35 della Costituzione». Per il momento la Corte ha pubblicato soltanto una breve nota, mentre la sentenza completa sarà depositata nelle prossime settimane.
Le conseguenze della decisione non sono ancora chiare, ma saranno con ogni probabilità molto ampie: la principale sarà che i giudici potranno decidere con maggiore autonomia l’ammontare dell’indennizzo che i datori di lavoro dovranno pagare ai loro dipendenti licenziati in maniera ingiustificata. Le conseguenze si rifletteranno sia su chi ha cause di licenziamento in corso, che – soprattutto – sulle decisioni future di assumere o licenziare da parte dei datori di lavoro.
«È certamente necessario attendere sentenza e motivazioni», ha detto al Post Lea Rossi, avvocato del lavoro dello studio Toffoletto De Luca Tamajo e Soci: «Avrà ovviamente un impatto molto significativo sul mercato, reintroducendo in misura tutta da verificare la discrezionalità del giudice e di conseguenza incertezza nella previsione dei rischi legati alla legittimità del licenziamento». Se questa interpretazione sarà confermata i datori di lavoro, quindi, non potranno più prevedere con esattezza il costo del licenziamento di un loro dipendente sulla base della sua anzianità.
A una persona assunta da poco tempo, quindi, potrebbe spettare un indennizzo molto alto se il giudice ritenesse il licenziamento particolarmente ingiustificato, mentre un dipendente di lungo corso potrebbe ricevere un indennizzo più basso rispetto a quanto riceverebbe oggi nel caso in cui il licenziamento dovesse risultare almeno in parte giustificato.
Per conoscere i dettagli della decisione e comprenderne meglio le conseguenze bisognerà attendere la pubblicazione della sentenza, oppure ulteriori precisazioni della Corte. È possibile per esempio che la sentenza contenga un invito al Parlamento affinché adatti l’attuale normativa alla sentenza.