Le foto di Ebony e Jet in mostra a Milano
L'Osservatorio della Fondazione Prada espone alcune dei 4 milioni di immagini dell'archivio delle due più importanti riviste afroamericane di sempre
È stata appena inaugurata all’Osservatorio della Fondazione Prada, in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, la mostra “The Black Image Corporation”, che continuerà fino al 14 gennaio 2019 e che potrebbe interessare agli appassionate d’arte, di giornalismo, moda e fotografia, oltre che del mondo afroamericano in generale. Espone infatti una selezione di arredi e archivi fotografici del settimanale Jet e del mensile Ebony, le due riviste che dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta plasmarono l’identità e la cultura afroamericana. La selezione è stata curata dall’artista di Chicago Theaster Gates – sul Post ne avevamo già parlato qui: si occupa soprattutto di social practice, una forma d’arte sociale che cerca di coinvolgere le persone comuni, e ha realizzato molti progetti di riqualificazione dei quartieri poveri attraverso installazioni d’arte e interventi urbani.
Anche questo progetto è a metà strada tra l’arte e la salvaguardia di un pezzo di cultura e storia nera che rischia di scomparire. Le due riviste erano pubblicate dalla Johnson Publishing Company: fondata nel 1942 da John H. Johnson a Chicago, entrò in crisi negli anni Novanta finendo per vendere i diritti di pubblicazione, e poi l’archivio fotografico e gli stessi arredi. Quando Ebony e Jet vennero fondate però, rispettivamente nel 1945 e nel 1951, diventarono il corrispettivo nero di Life, la più importante rivista di fotogiornalismo al mondo, e di Reader’s Digest, dedicata ai temi sociali e di attualità: «erano lette da sette milioni di persone – ha spiegato Gates all’inaugurazione della mostra – erano come i cornflakes». Fuori dagli Stati Uniti però queste immagini «non sono mai state viste, per questo ho deciso di celebrarle. L’erede di John Johnson voleva vendere l’archivio fotografico per 25 milioni di dollari, ma io volevo dimostrare che potevano trovare nuova vita in un museo, se rappresentate bene. Quindi ho chiesto il permesso di portarle in Europa, in un certo senso ho fatto da cheerleader a questo archivio».
La selezione di Gates si è concentrata sul lavoro di due fotografi: Moneta Sleet Jr. (1926-1996) e Isaac Sutton (1923-1995). Sleet Jr. fu il primo afroamericano a vincere il premio Pulitzer nel 1969; per Ebony, per cui lavorò dal 1955, fotografò Muhammad Ali, Dizzy Gillespie, Stevie Wonder, Billie Holiday e leader dei diritti civili come Martin Luther King Jr. e Malcom X. Sutton divenne capo fotografo della Johnson Publishing Company a Los Angeles e realizzò molti progetti fotogiornalistici per la Ebony Fashion Fair, una sfilata di moda itinerante organizzata dalla rivista. Le loro fotografie parlano di moda, bellezza femminile, ma anche vita quotidiana; nella mostra sono conservate in piccole teche consultabili dai visitatori, oltre a dieci di grande formato appese al secondo piano.
Gates ha anche acquisito gli arredi, progettati da Arthur Elrod, degli uffici della JPC, il cosiddetto Ebony/Jet Building, progettato da John M. Moutoussamy a Chicago. Inaugurato nel 1972, l’edificio si estendeva su undici piani di uffici e altri luoghi dedicati allo svago, tra cui un salone da barbiere: al primo piano della mostra a Milano sono esposti un tappeto, un divano, una stampa e qualche poltrona, oltre al video Michigan Avenue In Full Bloom realizzato da Gates nel 2018, che permette di farsi un’idea degli spazi architettonici degli uffici. Si possono anche sfogliare alcuni numeri originali di Jet ed Ebony, scoprendo divertenti articoli sul sesso tra gli adolescenti e pubblicità di sigarette e gel per capelli.
Fondazione Prada ha pubblicato un volume dedicato alla mostra che raccoglie le 365 immagini di Sleet Jr. e Sutton selezionate da Gates. L’artista ha curato anche una selezione cinematografica dedicata al cinema nero che è stata aperta da una conversazione alla sede della Fondazione con i registi Spike Lee e Dee Rees, e proiettata dal 21 al 22 settembre: comprende tra gli altri Fa’ la cosa giusta (Do the Right Thing – USA, 1989) di Spike Lee; I Am Not Your Negro (USA, 2016) di Raoul Peck e Moonlight (USA, 2016) di Barry Jenkins.