Le elezioni nelle Maldive non sono andate come ci si aspettava
Il nuovo presidente è il leader dell'opposizione, mentre il grande favorito – accusato di autoritarismo – ha riconosciuto la sconfitta
Le elezioni che si sono tenute domenica nelle Maldive hanno avuto un risultato inaspettato: il presidente uscente Abdulla Yameen, appoggiato dalla Cina e accusato di voler instaurare un regime autoritario nel paese, è arrivato secondo con un grande margine di svantaggio sul suo principale sfidante, il leader dell’opposizione Ibrahim Mohamed Solih, più conosciuto con il soprannome Ibu. Solih ha preso più del 58 per cento dei voti, ha detto la commissione elettorale del paese, in un voto che ha raggiunto livelli di partecipazione altissimi e ha fatto registrare più del 90 per cento dell’affluenza.
In pochi si aspettavano un risultato di questo tipo. Yameen guidava il governo delle Maldive dal 2013 e negli ultimi anni aveva imposto diverse misure che avevano limitato la libertà di espressione e di dissenso e che avevano costretto diversi esponenti dei partiti di opposizione all’esilio o al carcere. Lunedì mattina, durante una conferenza stampa trasmessa in televisione, Yameen ha ammesso la sconfitta: «Accetto i risultati di ieri. Prima mi sono incontrato con Ibrahim Mohamed Solih, che gli elettori delle Maldive hanno scelto come loro prossimo presidente. Mi sono congratulato con lui».
Nonostante non fossero stati fatti sondaggi prima delle elezioni, molti osservatori pensavano che Yameen sarebbe stato rieletto. Durante la campagna elettorale, infatti, le forze di opposizione avevano potuto organizzare un solo comizio e non avevano avuto l’autorizzazione per attaccare per le strade della capitale Malé i propri manifesti elettorali. Inoltre il governo aveva annunciato che gli osservatori indipendenti arrivati alle Maldive per seguire le elezioni non avrebbero potuto scrutinare le singole schede, decisione che aveva aumentato i sospetti di manipolazione dei risultati elettorali a favore del governo uscente.
Solih è il quarto presidente delle Maldive dall’inizio della transizione democratica, iniziata nel 2008 dopo decenni di governi autoritari e monarchici. Solih è sostenuto da tutti i partiti di opposizione che avevano come principale obiettivo quello di cacciare Yameen dal potere: fu tra i parlamentari che provarono, senza successo, a registrare il primo partito politico indipendente delle Maldive nel 2003, quando il paese erano ancora molto lontano dall’essere una democrazia. Per Solih potrebbe non essere facile governare, sia per la diversità delle forze che compongono la sua coalizione, sia perché il nuovo governo dovrà cercare di trovare un equilibrio nei suoi rapporti con l’India e la Cina, le due potenze più influenti nel paese ma allo stesso tempo avversarie su diversi temi centrali per la sicurezza di entrambe.