Storia di Madeline Stuart, la prima modella con la sindrome di Down

È australiana, ha 21 anni, da tre sfila alla Settimana della moda di New York e ora punta a Victoria's Secret

Madeline Stuart alla fine della sfilata del suo marchio 21 reasons why alla Settimana della moda di New York, 7 settembre 2018
(JP Yim/Getty Images for Art Hearts Fashion)
Madeline Stuart alla fine della sfilata del suo marchio 21 reasons why alla Settimana della moda di New York, 7 settembre 2018 (JP Yim/Getty Images for Art Hearts Fashion)

Negli ultimi anni il mondo della moda sta diventando sempre più “inclusivo”, cioè più attento nel rappresentare idee di bellezza diverse da quella canonica, fatta di modelle giovani, magre e bianche. Oltre che sui giornali e sulle pubblicità lo si è visto anche nelle ultime due settimane alla Settimana della moda di New York, da sempre la più attenta al tema, e a quella di Londra, quando le aziende più importanti hanno presentato le loro collezioni per la primavera/estate 2019. Per entrambe ha sfilato anche la 21enne australiana Madeline Stuart, la prima modella con la sindrome di Down ad aver sfilato a New York, nel 2015.

La sua storia iniziò tre anni fa quando la madre Rosanne la portò all’annuale sfilata che si tiene a Brisbane, la città in cui vivono. Stuart, racconta la madre, era più simile a «un ragazzaccio che si divertiva a giocare a calcio con i maschi», per anni era stata sovrappeso, un problema comune alle persone affette dalla sindrome, e aveva dovuto perdere 20 chili per problemi al cuore. Subito dopo lo spettacolo disse alla madre che voleva diventare una modella e lei decise di aiutarla. La portò da un fotografo professionista e le fece scattare una foto truccata e ben vestita, e poi la pubblicò su Facebook mostrando la differenza rispetto a quando pesava 20 chili in più: era anche un modo, ha spiegato la madre, di spronare chi aveva lo stesso problema. In una settimana la foto di Stuart venne visualizzata quasi sette milioni di volte e la sua storia fu raccontata sui siti di tutto il mondo, dall’Islanda, al Messico, agli Stati Uniti. Nel giro di un mese lo stilista sudafricano Hendrik Vermeulen le chiese di partecipare alla sua sfilata alla Settimana della moda di New York: e fu così che iniziò la sua carriera da modella.

Da allora Stuart ha sfilato a tutte le Settimane della moda newyorkese (sei volte in tutto, due per anno) ed è stata scelta anche per quelle di Londra, Parigi, Dubai; la sua storia e le sue foto sono state pubblicate da Vogue, Cosmopolitan, Elle e dal New York Times, mentre nel febbraio del 2017 la rivista Forbes scrisse che era riuscita a normalizzare la sindrome di Down nel mondo della moda; è stata anche la prima persona Down a ottenere un visto per lavorare negli Stati Uniti. Stuart ha fondato una sua azienda di moda che ha chiamato 21 reasons why (un’allusione alla sindrome, causata dalla terza copia del cromosoma 21) e una scuola di danza a Brisbane. Su Instagram ha 186 mila followers, su Facebook quasi 700 mila like. La madre la descrive come una normale adolescente, sempre attaccata al telefono; ha anche un fidanzato, anche lui con disabilità mentale, che conobbe ai Giochi paralimpici 4 anni fa.

Ora a New York ha sfilato per sei stilisti e a Londra per altri sei – tra cui House of ByField, Topping Designs, Burning Guitars e Femata Couture – mentre altre ragazze Down hanno seguito il suo esempio e sono state scelte per le passerelle di New York: «per me è molto emozionante perché dimostra che ho cambiato il modo in cui l’industria della moda considera la diversità», ha commentato in un’intervista a TeenVogue. Ora è impegnata a dimostrare che il suo lavoro vale quanto quello di una qualsiasi modella: «Merito di essere trattata come le altre. Lavoro duramente quanto loro».

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Il suo prossimo obiettivo è sfilare per grossi stilisti come Chanel, Louis Vuitton o Versace, mentre «il mio sogno più grande è farlo per Victoria’s Secret», l’azienda di intimo che organizza la sfilata più scenografica e seguita di tutte. Di solito le modelle scelte sono quelle che più di tutte rispecchiano i canoni di giovinezza, magrezza e sensualità, ma lentamente anche qui le cose stanno cambiando: l’anno scorso per esempio ha sfilato anche Winnie Harlow, che ha la vitiligine, cioè parti di pelle prive di pigmentazione. È stata riconfermata anche per quest’anno: per ora si sa solo che la sfilata si terrà a New York, tra fine novembre e inizio dicembre, e che la selezione delle modelle è in corso.

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