Secondo il New York Times, il viceprocuratore generale americano ha discusso la possibilità di rimuovere Trump invocando un articolo della Costituzione

(BRENDAN SMIALOWSKI/AFP/Getty Images)
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Secondo il New York Times, il viceprocuratore generale americano Rod J. Rosenstein discusse la possibilità di rimuovere Trump invocando il 25esimo emendamento della Costituzione, quello che prevede che i poteri del presidente passino al vicepresidente in caso di «morte, dimissioni o incapacità di adempiere ai poteri e i doveri della carica sopracitata» da parte del presidente. Nello stesso periodo, cioè nella primavera del 2017, Rosenstein avrebbe anche suggerito di registrare di nascosto Trump per avere delle prove sulla confusione con cui era gestita la Casa Bianca.

Sono suggerimenti davvero inconsueti per un membro dell’amministrazione così alto in grado. Rosenstein fra l’altro ha poteri più ampi dei suoi predecessori: è lui che da mesi supervisiona l’indagine del procuratore speciale Robert Mueller sull’ingerenza della Russia nelle ultime elezioni presidenziali e sui contatti fra il governo russo e il comitato elettorale di Trump (il procuratore generale Jeff Sessions si era chiamato fuori per un potenziale conflitto di interessi).

Dopo l’articolo del New York Times, Rosenstein ha smentito entrambe le accuse definendo l’articolo «non accurato e sbagliato nei fatti».