Russia e Lituania hanno litigato per una maglietta
Walmart ha smesso di vendere negli Stati Uniti una maglietta con la falce e il martello, su richiesta della Lituania: la Russia si è arrabbiata su Twitter
La Lituania ha chiesto e ottenuto che la catena di supermercati statunitense Walmart smettesse di vendere un modello di magliette con stampati sopra una falce e un martello e la sigla CCCP, cioè quella che identificava l’Unione Sovietica nell’alfabeto cirillico. La richiesta della Lituania, che nel 1990 fu il primo paese sovietico a ottenere l’indipendenza, ha provocato una reazione della Russia: su Twitter.
All’inizio di settembre l’ambasciatore lituano negli Stati Uniti Rolandas Krisciunas aveva scritto una lettera aperta a Walmart dopo aver ricevuto segnalazione delle magliette, chiedendo che ne fosse interrotta la vendita perché «crimini orribili furono compiuti sotto il simbolo sovietico della falce e del martello». La decisione di esporre e vendere delle magliette «con simboli associati all’omicidio di massa di persone innocenti»; aveva scritto Krisciunas, «non può essere vista come una normale decisione di business». Alla richiesta della Lituania si sono uniti presto i parlamentari delle vicine Estonia e Lettonia, a loro volta ex repubbliche sovietiche.
Lithuania’s Ambassador’s in the US @RolandasKr open letter to @Walmart: Horrific crimes were committed under the Soviet symbols of a sickle-and-hammer. We trust on Walmart to withdraw the T-shirts and other products with USSR symbols. pic.twitter.com/6cQeUHKE1f
— LT MFA StratCom | #StandWithUkraine (@LT_MFA_Stratcom) September 6, 2018
Il ministro degli Esteri lituano Linas Linkevicius ha paragonato la falce e il martello alla svastica nazista. La Lituania, dopo l’invasione nazista, fu occupata dall’Unione Sovietica, e si stima che circa 50mila lituani morirono dopo essere stati deportati nei campi in Siberia tra gli anni Quaranta e gli anni Cinquanta, mentre altri 20mila membri di bande armate locali morirono durante gli anni della guerriglia contro i russi per l’indipendenza.
#BREAKING American retail giant @Walmart tells Lithuanian ambassador it will stop selling products with Soviet hammer and sickle symbols after criticism: foreign ministry spokeswoman pic.twitter.com/I39VWoG19N
— BNS Lithuania (@BNSLithuania) September 18, 2018
La maglietta è stata infine ritirata da Walmart, provocando una reazione russa. Su Twitter, il ministero degli Esteri russo si è congratulato ironicamente «per la vittoria», consigliando di distruggere i monumenti in Europa che celebrano «i soldati sovietici che salvarono milioni di persone, sacrificando le loro vite».
Congratulations on your victory, in the important matter of t-shirts. We expect you to show the same determination and efficiency in fighting the demolition of WW2 monuments in Europe to Soviet soldiers who saved millions of innocent people, while sacrificing their own lives
— MFA Russia 🇷🇺 (@mfa_russia) September 19, 2018
Lo stesso account ha poi chiesto polemicamente cosa fosse peggio tra la vendita di magliette con la falce e il martello e l’intitolazione di una scuola a Jonas Noreika, un generale lituano considerato un eroe nazionale della lotta al nazismo in patria, ma che recenti ricerche storiche hanno scoperto essere stato in realtà un collaboratore del Terzo Reich e di essere stato responsabile di politiche discriminatorie che portarono direttamente al massacro di quasi duemila ebrei nella città di Plungė nel 1941. Noreika, condannato a morte e ucciso nel 1947 in Unione Sovietica, è ricordato oggi da diverse targhe e statue in Lituania, e a lui è intitolata una scuola della città di Sukioniai.
But, out of interest. Which is worse? Selling t-shirts representing the state which liberated Europe from Hitler or naming a school after a Nazi stooge? pic.twitter.com/Ce7nxpBIVD
— MFA Russia 🇷🇺 (@mfa_russia) September 19, 2018