La collezione più importante delle sfilate di Londra
È la prima disegnata dall'italiano Riccardo Tisci per Burberry, arrivato dopo aver lavorato 12 anni per Givenchy
È stata presentata alla Settimana della moda di Londra la collezione che tutti gli appassionati e addetti ai lavori aspettavano: quella per la primavera/estate 2019 disegnata da Riccardo Tisci per l’azienda britannica Burberry. È la prima collezione di Burberry da 18 anni che non è realizzata dall’inglese Christopher Bailey, lo stilista che la risollevò e fece tornare di moda dopo una lunga crisi; ed è la prima del nuovo direttore creativo, l’italiano 44enne Riccardo Tisci, che ha salvato dalla bancarotta il marchio di moda francese Givenchy e poi lo ha guidato per 12 anni rendendolo un successo mondiale. Il suo stile gotico, trasgressivo, pieno di eccessi, fatto di influenze vittoriane e di streetwear (il modo di vestire della strada) è sempre stato molto lontano dalla sobria eleganza di Burberry, che è il marchio britannico per eccellenza, celebre per il tartan e gli impermeabili, definito dallo stesso Tisci «simile alla bandiera d’Inghilterra».
Come accade ormai da anni a Burberry, hanno sfilato insieme uomini e donne e la collezione è stata resa subito disponibile all’acquisto online, per la prima volta anche attraverso Instagram. Tisci si è ispirato ai suoi otto anni a Londra, dove arrivò per studiare moda a 17 anni, per creare i 134 abiti che ha definito «una celebrazione delle culture, delle tradizioni e dei codici di questa storica azienda di moda e dell’eclettismo che compone il bellissimo Regno Unito». Si è infatti rivolto a fasce d’età ed esigenze diverse cercando di disegnare proposte adatte «alle madri e alle figlie, ai padri e ai figli», per dimostrare che Burberry non ha «un’unica identità».
La sfilata, intitolata “Kingdom”, era suddivisa in tre parti. La prima era una celebrazione della borghesia britannica, chic, elegante, lontanissima dalle creazioni di Tisci: tantissimo beige, fantasie a scacchi, cura per l’aspetto sartoriale, impermeabili ovunque, chignon e tacchi alti, con in più una sfumatura di sensualità tipica di Tisci. La seconda era dedicata ai giovani e aveva un tocco più ribelle, con slogan dei Sex Pistols sulle magliette, corpetti, pantaloncini per gli uomini e minigonne cortissime per le donne che, in entrambi i casi, terminavano con una specie di cintura penzolante avvolta attorno alla coscia. Per ultimi hanno sfilato gli abiti da sera, lunghi, neri, con frange dorate e schiene scoperte: una novità per Burberry già introdotta da Givenchy, dove Tisci ha creato vestiti da red carpet per Cate Blanchett e Julia Roberts, per i tour di Madonna, e il vestito da sposa di Kim Kardashian.
I critici di moda hanno apprezzato la trasversalità della collezione, un’idea intelligente anche dal punto di vista economico, e la capacità di Tisci di adattare il suo gusto alle necessità di maggior classicismo di Burberry. La critica di moda del New York Times Vanessa Friedman ha lodato Tisci per essersi tenuto alla larga «dall’eccentricità inglese e da Bloomsbury, un tempo un tema tipico del marchio diventato banale nell’espressione. È stato un sollievo». Si è però lamentata che la collezione non aveva niente di stupefacente, niente che «facesse saltare sulla sedia per il piacere e la sorpresa»: «è stato un inizio che ha puntato tristemente sul sicuro».