Il giudice Kavanaugh potrebbe essere nei guai
Una donna ha accusato il giudice scelto da Trump per la Corte Suprema di averla aggredita sessualmente quando entrambi erano adolescenti
Christine Blasey Ford, una donna di 51 anni che lavora come ricercatrice in California, ha accusato il giudice scelto da Donald Trump per la Corte Suprema, Brett Kavanaugh, di averla aggredita sessualmente nei primi anni Ottanta, quando entrambi erano adolescenti. Le accuse di Ford arrivano a pochi giorni da un importante voto con cui la commissione Giustizia del Senato degli Stati Uniti dovrà decidere se approvare la candidatura di Kavanaugh e permettere il decisivo voto con cui tutta l’aula potrà confermare o respingere la sua nomina alla Corte Suprema. A quel punto Kavanaugh – un rispettato giudice 53enne di orientamento conservatore – otterrebbe una nomina a vita che potrebbe spostare molto a destra la Corte Suprema, il più importante organo giuridico degli Stati Uniti.
Le voci sulla storia di Ford circolavano da settimane in modo informale tra senatori e giornalisti. La settimana scorsa almeno due giornali, tra cui il New York Times, avevano parlato di una lettera che descriveva le accuse; la lettera era stata ricevuta la scorsa estate da una senatrice Democratica ma era stata tenuta segreta su richiesta dell’autrice. Domenica 16 settembre, infine, Ford ha parlato pubblicamente per la prima volta di tutta la storia con un’intervista al Washington Post, descrivendo quello che era successo.
Ford ha raccontato di essere stata aggredita da Kavanaugh nei primi anni Ottanta, in una casa a nord di Washington, nel Maryland, dove era stata organizzata una piccola festa tra adolescenti di almeno due scuole private della zona. Kavanaugh e il suo amico Mark Judge, ha raccontato Ford, la portarono in una stanza della casa dove Kavanaugh la bloccò sul letto con il suo peso, cercando di levarle i vestiti di dosso mentre con una mano le copriva la bocca per impedirle di urlare. La musica era stata alzata per coprire i rumori. Sia Kavanaugh che Judge erano molto ubriachi, ha raccontato Ford, e quando Judge si gettò sul letto insieme a loro facendoli cadere a terra, Ford riuscì a scappare dalla stanza. Si chiuse in bagno per qualche momento, poi se ne andò dalla casa. Kavanaugh e Judge hanno negato ogni parte di questa storia.
Per anni Ford non parlò dell’aggressione subita, e lo fece per la prima volta nel 2012 durante una sessione di terapia di coppia. Parlò nuovamente della cosa un anno più tardi con una psicologa che aveva iniziato a vedere per lavorare sul trauma di quell’aggressione. Ford ha allegato alla sua lettera gli appunti del terapista e della psicologa relativi a quelle sedute. Ford non aveva più né visto né parlato con Kavanaugh dal giorno della festa, ma ha detto che per diversi anni aveva sofferto per quello che era accaduto. Kavanaugh era intanto diventato uno dei giudici più importanti di Washington – ha fatto parte anche dell’amministrazione di George W. Bush – e quando il suo nome è stato proposto da Trump per la Corte Suprema ha deciso di raccontare la sua storia. Ha scritto una lettera a una parlamentare della California, la quale a sua volta l’aveva condivisa con la più importante senatrice Democratica nella commissione Giustizia, Dianne Feinstein.
Per richiesta di Ford, la lettera era stata inizialmente tenuta segreta da Feinstein, che non ne aveva parlato con nessuno e non aveva discusso la vicenda nemmeno durante le audizioni di Kavanaugh al Senato. Ford riteneva importante che qualcuno sapesse quello che era successo, ma non voleva parlarne pubblicamente. Più volte durante l’estate Feinstein le aveva chiesto se avesse cambiato idea, ma Ford lo ha fatto solo negli ultimi giorni dopo che i giornali hanno cominciato a raccontare l’esistenza della storia.
Kavanaugh ha smentito il resoconto di Ford, dicendo di non aver mai fatto niente del genere né da adolescente né dopo. Anche Judge, l’altra persona identificata da Ford, ha negato tutte le accuse, dicendo anche di ritenerle del tutto inverosimili visto il tipo di educazione che avevano ricevuto sia lui che Kavanaugh. La Casa Bianca ha diffuso un comunicato con cui ha espresso solidarietà a Kavanaugh. Il fatto che tutto sia venuto fuori a pochi giorni da un voto decisivo sulla nomina di Kavanaugh ha portato molti senatori Repubblicani ad accusare i Democratici di aver manipolato la vicenda per fini politici.
Le accuse di Ford sono state invece prese molto sul serio dai Democratici, che hanno chiesto un rinvio del voto di giovedì in modo da dare più tempo ai senatori per raccogliere altre testimonianze sul conto di Kavanaugh. È improbabile che si arrivi a un rinvio del voto, a meno che vengano trovate prove molto concrete di quanto raccontato da Ford o diventi evidente che i Repubblicani abbiano perso la maggioranza in commissione, dove hanno un solo voto in più dei Democratici. Jeff Flake, senatore dell’Arizona in commissione Giustizia, ha detto di non essere a suo agio a votare per Kavanaugh dopo le accuse di Ford, e il suo voto potrebbe essere decisivo per arrivare a uno slittamento. Flake è uno dei pochi senatori che hanno criticato apertamente Trump e la sua amministrazione, e ha già rinunciato a ricandidarsi. Un altro senatore Repubblicano della Commissione, Lindsey Graham, ha detto che sarebbe favorevole ad ascoltare la testimonianza di Ford ma ha aggiunto che vorrebbe evitare un rinvio del voto di giovedì. Sia Ford che Kavanaugh verranno comunque intervistati per telefono dalla commissione, come è prassi in questi casi. Anche in tutta l’aula i Repubblicani hanno un solo voto di maggioranza.