Gli esperimenti per fare strade con la plastica riciclata
Nei Paesi Bassi è stata usata in alcuni metri di una pista ciclabile, ma c'è chi sta provando a usarla anche per quelle per le auto
L’11 settembre a Zwolle, nei Paesi Bassi, sono stati inaugurati 30 metri di pista ciclabile fatti di plastica riciclata. O meglio, fatti con moduli prefabbricati costituiti al 70 per cento da plastica riciclata e per il resto da polipropilene, un tipo di plastica con cui tra le altre cose si fanno i bicchieri per il caffè. Li producono – in collaborazione con l’azienda petrolifera francese Total – due aziende olandesi: KWS, che si occupa di costruire strade, e Wavin, che invece produce tubi di plastica. Il tratto di ciclabile di Zwolle è il primo con cui stanno testando la qualità del nuovo prodotto, chiamato (senza grande fantasia) PlasticRoad. Altri esperimenti simili però sono in corso in vari altri paesi: può darsi che in futuro sempre più strade saranno fatte di plastica riciclata.
La plastica è un derivato del petrolio. Lo è anche il bitume, la sostanza che viene mescolata alla ghiaia per fare l’asfalto. Sia la plastica che il bitume sono polimeri, cioè sono fatti di lunghe catene di gruppi molecolari che si tengono insieme con legami chimici molto forti – e per questo sono materiali resistenti. Si è cominciato a pensare di usare la plastica in alternativa al bitume per fare le strade sia per queste somiglianze tra i due materiali sia perché ogni anno nel mondo vengono prodotti 380 milioni di tonnellate di plastica – contro i 120 milioni di bitume – e una grande parte viene gettata e rischia di inquinare l’ambiente.
I possibili vantaggi delle strade di plastica non si limitano al trovare una soluzione al problema dei rifiuti. Le caratteristiche della plastica infatti potrebbero rivelarsi migliori di quelle del bitume per le strade per come le conosciamo. Ad esempio, i moduli di PlasticRoad sono cavi per poterci far passare più comodamente i tubi dell’acquedotto e quelli che trasportano gas ed elettricità, ma anche per permettere la costruzione di canali di drenaggio in cui inserire sensori per misurare la temperatura, le forze sopportate dalla strada e il flusso dell’acqua sottostante. In futuro, se questo genere di soluzione dovesse essere usato per costruire vere strade per le auto, vi si potrebbero inserire anche dei sensori per monitorare il traffico e dei circuiti per ricaricare le automobili elettriche.
Secondo le stime dei ricercatori che stanno lavorando ai progetti per costruire strade di plastica, le strade prefabbricate potrebbero durare dalle due alle tre volte di più rispetto alle strade che conosciamo. Potrebbero anche costare meno, perché ci vorrebbe meno tempo per costruirle: l’Economist riporta che i tempi si ridurrebbero di due terzi. Un altro vantaggio sarebbe che i moduli usurati potrebbero essere nuovamente riciclati. L’unico dubbio circa vantaggi e svantaggi è il rumore: può darsi che lo spazio vuoto nei moduli generi un rimbombo spiacevole (nei Paesi Bassi peraltro ci sono già stati dei problemi con strade e suoni).
Gli esperimenti in corso in altri paesi del mondo sono fatti con altri metodi. Nel campus dell’Università della California a San Diego, ad esempio, si costruirà una strada in cui plastica riciclata e bitume saranno mescolati per testare alcune plastiche da costruzione sviluppate dall’azienda britannica MacRebur. Uno dei vantaggi di questo tipo di strade è che la plastica che contengono aiuta a far richiudere i piccoli buchi che si formano sul manto stradale e che, a causa di successive infiltrazioni d’acqua, si trasformano nelle buche.
I materiali di MacRebur sono prodotti usando tipi di plastica non facilmente riciclabili che solitamente finiscono nelle discariche; MacRebur si occupa di pulire i rifiuti, separarli e poi frantumarli in fiocchi o palline. Il loro uso per la costruzione di strade prevede che siano prodotti usando i rifiuti locali del posto in cui le strade saranno costruite. MacRebur ne sta progettando tipi diversi, per costruire strade differenti, anche tenendo conto delle condizioni climatiche delle zone in cui sorgeranno. L’azienda ha già contribuito alla costruzione di strade, parcheggi e piste aeroportuali in molti posti del mondo tra cui c’è la regione della Cumbria, nel nord-ovest dell’Inghilterra, dove una plastica di MacRebur è stata usata per la costruzione di una strada molto usata da mezzi pesanti: prima veniva ripavimentata ogni sei mesi, mentre da quando è stata rifatta con la plastica sono passati due anni senza bisogno di interventi.
Toby McCartney, il fondatore di MacRebur, ha spiegato all’Economist che in generale pulire e separare la plastica da riciclare può essere molto costoso, ma se la si usa al posto del bitume il rapporto costi-benefici è positivo. A titolo di esempio, nel Regno Unito una tonnellata di bitume costa circa 450 euro, mentre una tonnellata di additivo di plastica riciclata costa tra i 350 e i 400 euro: dato che facendo una strada con i materiali di MacRebur si rimpiazza una parte del bitume necessario, ci sono margini di risparmio. Le strade fatte in questo modo finora contengono una percentuale di plastica compresa tra il 5 e il 10 per cento, ma in futuro si potrebbe arrivare fino al 25 per cento.