Il governo ha messo la fiducia sul milleproroghe

Eliminando così l'emendamento che reintroduceva l'obbligo vaccinale: ma la decisione è stata presa con una tempistica insolita, contestata dalle opposizioni

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte con il ministro degli Interni Matteo Salvini e il ministro del Lavoro Luigi Di Maio alla Camera
(ANSA/ETTORE FERRARI)
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte con il ministro degli Interni Matteo Salvini e il ministro del Lavoro Luigi Di Maio alla Camera (ANSA/ETTORE FERRARI)

Il governo ha deciso di porre la questione di fiducia sul decreto milleproroghe che sarà votato domani alla Camera, cancellando in questo modo tutti gli emendamenti che erano stati presentati nelle ultime settimane. Il decreto permetterà quindi di iscrivere a scuola anche bambini non vaccinati, poiché l’emendamento che bloccava questa disposizione, presentato dalla maggioranza e sostenuto dal governo la scorsa settimana in quello che era stato interpretato come un cambio di linea politica, è stato cancellato.

Se il decreto sarà approvato, quindi, chi non aveva potuto iscrivere i propri figli all’asilo o alla scuola dell’infanzia perché non li aveva vaccinati lo potrà fare senza rischiare conseguenze. Il milleproroghe avrà di fatto l’effetto di sospendere per un anno il decreto Lorenzin che introduceva l’obbligo vaccinale.

Non sono state fornite spiegazioni sulla decisione di porre la questione di fiducia, che peraltro è avvenuta in maniera inusuale. Il milleproroghe è un decreto approvato dal governo ogni anno e che contiene una serie molto eterogenea di norme. Essendo un decreto è immediatamente efficace non appena viene approvato dal consiglio dei ministri e pubblicato nella gazzetta ufficiale, ma per restare in vigore deve essere confermato da un voto di entrambe le camere entro 60 giorni, che possono decidere di modificarlo.

La stranezza è che la richiesta di mettere la fiducia è stata approvata dal Consiglio dei ministri lo scorso 24 luglio, prima che il decreto venisse pubblicato in Gazzetta ufficiale e firmato dal presidente della Repubblica, e soprattutto prima che venisse discusso ed estesamente modificato dal Senato. Il consiglio dei ministri, quindi, ha deciso di porre la fiducia sul decreto milleproroghe in un momento in cui il decreto era diverso rispetto a quello di oggi: riservandosi così la facoltà di eliminare tutti i futuri emendamenti – come quello sui vaccini – senza di fatto valutarli nel merito. Il governo avrebbe anche potuto decidere di non fare ricorso alla questione di fiducia, semplicemente non presentandola alla Camera, e mantenendo così gli emendamenti. Partito Democratico, Forza Italia e le altre forze di opposizione contestano la legittimità di questo comportamento e il PD ha occupato per protesta i banchi del governo.