L’Europa non è contenta delle cittadinanze in vendita
E proverà a spingere gli stati come Malta affinché limitino le attuali concessioni del passaporto ai ricchi stranieri, spesso russi, che investono nel paese
L’Unione Europea vuole mettere pressione sui paesi membri affinché siano più restrittivi nel concedere la cittadinanza alle persone straniere che investono grandi quantità di denaro nel proprio territorio. È una pratica diffusa soprattutto in paesi come Malta, Lettonia e Cipro, e usata per attirare capitali dall’estero, ma secondo molti osservatori – e secondo la stessa Unione Europea – si porta dietro elevati rischi per quanto riguarda il riciclaggio di denaro, specialmente dalla Russia.
Vera Jourova, commissaria dell’Unione per la Giustizia, ha spiegato al Financial Times che le istituzioni europee non possono concretamente impedire agli stati membri di concedere la cittadinanza a chi vogliono, ma in autunno la Commissione europea pubblicherà un documento che dovrebbe in qualche modo ammonire gli Stati membri che non conducono sufficienti controlli sulle persone a cui concedono la cittadinanza e sulle loro fonti di guadagno. Il documento fa parte di una più ampia campagna contro il riciclaggio di denaro dell’Unione Europea, promossa insieme alla Banca Centrale Europea e all’Autorità bancaria europea.
La concessione della cittadinanza di uno stato membro dell’Unione Europea permette di lavorare, vivere e spostare capitali in qualsiasi paese dell’Unione, di circolare liberamente nei paesi dell’area Schengen e di poter viaggiare senza visto in 160 paesi del mondo. Sono vantaggi piuttosto ambiti dai ricchi stranieri, a cui se ne aggiungono altri. Anche se solitamente non è la cittadinanza a determinare il luogo in cui una persona deve pagare le tasse, bensì il paese in cui vive, non è così per i cittadini statunitensi, e un passaporto europeo può comunque servire a risolvere le controversie nei casi in cui siano più paesi a poter rivendicare la riscossione delle tasse di una persona. I ricchi dei paesi mediorientali, poi, spesso cercano di comprare un passaporto europeo per garantirsi la possibilità di emigrare se i propri paesi diventassero troppo instabili. Anni fa una coppia di cittadini statunitensi aveva spiegato al Financial Times che spesso le aziende straniere non sono inoltre attrezzate per permettere ai propri dipendenti di lavorare all’estero, e riescono a concedere soltanto visti temporanei.
Soprattutto nei casi di Malta e della Lettonia, le autorità europee sono però preoccupate che dietro alle concessioni di cittadinanza ci possano essere delle operazioni losche, visto che banche di entrambi i paesi sono state coinvolte in scandali di riciclaggio di denaro. In particolare, si pensa che possano esserci operazioni di questo tipo nei fondi che arrivano dalla Russia, uno dei paesi più interessati dalle concessioni di cittadinanza. Nel 2016, tra le persone che hanno ottenuto la cittadinanza maltese ci sono stati i magnati russi Boris Mints, proprietario del fondo O1 Group, Arkady Volozh, fondatore di Yandex, il principale motore di ricerca russo, e Alexander Mechatin, CEO di Beluga Group, il più importante produttore di liquori russo. Nel 2015, il 40 per cento delle persone che avevano ottenuto il passaporto maltese con gli investimenti era russo.
Negli ultimi due anni, invece, Cipro ha concesso circa 2.000 passaporti in questo modo, di cui circa la metà a cittadini russi. In cambio Cipro chiede un investimento di 2 milioni di euro: secondo un documento riservato del 2012 dell’intelligence tedesca citato da EUObserver, nelle banche dell’isola sono arrivati negli anni miliardi di euro provenienti da attività criminali russe. Il documento sollevava il sospetto che queste operazioni fossero collegate alla politica estera filorussa di Cipro.
Degli investimenti russi a Malta si era invece parlato dopo l’assassinio della giornalista Daphne Caruana Galizia, che sosteneva di avere le prove che il capo di gabinetto del primo ministro fosse coinvolto in un’operazione di riciclaggio di denaro legata ai passaporti concessi ai russi. Secondo la sezione russa della ong Transparency International, sono molti i ricchi russi con attività losche ad aver stabilito le proprie attività a Malta. È un sistema, dice un rapporto del 2018, che «ha creato nuove opportunità per i funzionari russi corrotti».
Oltre a Malta, Lettonia e Cipro, tra i paesi che concedono la cittadinanza agli stranieri che fanno determinati investimenti ci sono Austria, Grecia, Ungheria, Lituania e Portogallo. A destare più preoccupazioni però, ha detto Jourova, è il modello in vigore a Malta, dove basta un contributo di 650mila euro nel fondo nazionale per lo sviluppo e l’acquisto o l’affitto di una proprietà, oppure un investimento di almeno 150mila euro in azioni e bond maltesi. È un processo abbastanza veloce: per ottenere il passaporto ci vogliono dai 12 ai 18 mesi. Da quando Malta applica questo sistema, cioè dal 2014, sono arrivati nel paese circa 590 milioni di euro da oltre 700 investitori, secondo i dati ufficiali del governo. Un anno fa gli investimenti di questo tipo rappresentavano il 2,5 del prodotto interno lordo maltese.
«È una grande preoccupazione quando un cittadino russo che ha lavorato la sua vita intera come dirigente di medio livello, i cui salari non sono molto alti, improvvisamente ha i soldi per comprare la cittadinanza a Malta», ha detto Jourova, che ha aggiunto che verrà aggiornata la lista di paesi che l’Unione considera a rischio per quanto riguarda il riciclaggio di denaro, di cui la Russia non fa al momento parte.
I passaporti europei di questo tipo sono una minoranza tra quelli concessi ogni anno dai paesi dell’unione: lo 0,1 per cento dei 994.800 concessi nel 2016, per esempio. E secondo Malta non rappresentano un problema per la sicurezza europea, ha provato a garantire Dimitry Kochenov, presidente dell’Investment Migration Council (IMC), l’organo maltese che si occupa del programma: «Una quantità significativa di tempo e di capitali viene investita da società professionali e dai governi per assicurare i massimi livelli di sicurezza, e controlli sul passato degli investitori sono condotti dalle agenzie di sicurezza europee e mondiali». Secondo il primo ministro maltese Joseph Muscat, il problema del riciclaggio di denaro a Malta non è più grave che in Lussenburgo, nei Paesi Bassi o nel Regno Unito.