Gli Stati Uniti stanno mettendo in dubbio la cittadinanza di centinaia di persone
Forse migliaia, tutte nate al confine tra Texas e Messico: il governo Trump sostiene che molti ispanici abbiano certificati di nascita falsi
Da qualche tempo il governo statunitense ha iniziato a negare la concessione o il rinnovo del passaporto a centinaia, forse migliaia, di cittadini statunitensi di origini latinoamericane, accusati di avere fornito un certificato di nascita falso: il governo li accusa di essere nati in Messico e non negli Stati Uniti, come invece attesta il loro certificato di nascita, e quindi di non avere diritto alla cittadinanza. Il governo sta adottando per questo diversi tipi di sanzioni, tra cui procedimenti di espulsione. Il Washington Post ha parlato con alcune di queste persone che si sono trovate da un giorno all’altro con il rischio di perdere la cittadinanza statunitense, e ha sostenuto che il governo stia adottando una politica precisa e definita su base etnica, cosa che l’amministrazione guidata da Donald Trump ha ufficialmente negato.
Il governo statunitense sostiene che tra gli anni Cinquanta e gli anni Novanta alcune ostetriche e medici che lavoravano al confine tra Texas e Messico rilasciarono certificati di nascita statunitensi a bambini che in realtà erano nati in Messico (negli Stati Uniti esiste lo ius soli, cioè chi nasce sul territorio americano è automaticamente americano). Questa pratica è stata in parte confermata in una serie di sentenze emesse negli anni Novanta da diversi tribunali federali ed è stata ammessa da alcuni medici coinvolti, ma ancora oggi è praticamente impossibile distinguere un certificato di nascita falso da uno autentico.
Non è la prima volta che il governo americano prende provvedimenti al riguardo: il dipartimento di Stato, sotto le presidenze di George W. Bush e Barack Obama, negò il rilascio di centinaia di passaporti a persone fatte nascere da ostetriche nella Valle del Rio Grande, nel sud del Texas al confine con il Messico (l’uso delle ostetriche per far nascere i bambini è una pratica molto diffusa nella regione, in parte a causa degli alti costi delle cure ospedaliere). Queste politiche, però, furono praticamente abbandonate dal governo nel 2009, dopo una serie di controversi casi giudiziari, e il numero dei casi di passaporti negati crollò durante il resto dell’amministrazione Obama. Con Trump e le sue dure politiche anti-immigrazione, però, le cose sono cambiate nuovamente.
Tra le persone sentite dal Washington Post c’è Juan, che ha chiesto di essere citato senza cognome per evitare conseguenze da parte del dipartimento statunitense che si occupa dell’immigrazione.
Il suo certificato di nascita dice che fu fatto nascere 40 anni fa da un’ostetrica a Brownsville, città del sud del Texas al confine con il Messico. Durante la sua vita Juan ha servito nell’esercito, nella polizia di frontiera e poi ha lavorato come guardia carceraria. Quest’anno ha chiesto il rinnovo del passaporto, ma il dipartimento di Stato gli ha risposto di non credere che sia un cittadino statunitense e gli ha detto di presentare altri documenti, tra cui le prove dell’assistenza prenatale ricevuta dalla madre, il suo certificato di battesimo e i contratti di affitto delle case in cui visse quando era bambino. Juan è riuscito a recuperare parte della documentazione richiesta, ma poche settimane dopo averla consegnata ha ricevuto un altro rifiuto: il governo statunitense gli ha comunicato in una lettera che i documenti non erano sufficienti a dimostrare che fosse nato negli Stati Uniti.
In un altro caso successo ad agosto, un uomo di 35 anni con passaporto statunitense è stato fermato e interrogato mentre tornava in Texas insieme a suo figlio dopo essere stato in Messico. Gli agenti della polizia di frontiera hanno iniziato a fargli pressione per costringerlo ad ammettere di essere nato in Messico, ma l’uomo si è rifiutato. La polizia l’ha mandato alla prigione di Los Fresnos, in Texas, e contro di lui è iniziato un procedimento di espulsione. È stato rilasciato tre giorni dopo, ma il governo ha fissato la prima udienza per l’espulsione nel 2019.
Il dipartimento di Stato americano non ha detto quanti passaporti siano stati negati a persone nate al confine tra Texas e Messico, e il governo si è rifiutato di diffondere una lista di ostetriche il cui lavoro è considerato sospetto. In generale l’amministrazione statunitense non ha voluto dare altri dettagli sulla vicenda, nonostante alcune stranezze: per esempio non ha spiegato come mai tra le persone a cui è stato rifiutato il rinnovo del passaporto ci siano diversi cittadini statunitensi fatti nascere da Jorge Treviño, un ginecologo molto noto della regione contro cui non sembrano esserci prove solide che mostrino che il suo lavoro fu svolto in maniera irregolare. Per il momento, ha scritto il Washington Post, ci sono diverse cause in corso contro il governo federale in relazione alla storia dei passaporti negati, ma l’amministrazione Trump non ha mostrato alcuna intenzione di cambiare la propria politica.