In Scozia gli assorbenti saranno gratis per tutte le studentesse
Perché sono indispensabili, e per combattere la cosiddetta "povertà mestruale"
Da settembre la Scozia fornirà gratuitamente assorbenti e altri prodotti sanitari femminili essenziali alle studentesse, per rimediare a quella che viene chiamata “period poverty”, lo stato di povertà che impedisce ad alcune ragazze di andare a scuola quando hanno le mestruazioni perché non possono permettersi gli assorbenti o altri prodotti indispensabili. Il programma costerà 5,2 milioni di sterline e fornirà prodotti sanitari di base a 395 mila ragazze.
Aileen Campbell, ministra scozzese per le Comunità, ha detto che «in un paese ricco come la Scozia non è accettabile che qualcuno faccia fatica a comprare i prodotti sanitari di base», che saranno dunque «disponibili per chi ne avrà bisogno in modo sensibile e dignitoso»: «Le studentesse potranno concentrarsi soltanto sugli studi». L’iniziativa della Scozia ha spinto alcuni politici del resto del Regno Unito a chiedere programmi simili. Secondo Plan International UK, un’organizzazione per i diritti delle donne, migliaia di ragazze in tutto il paese perdono regolarmente dei giorni di scuola perché non possono permettersi di comprare ciò che è necessario quando hanno le mestruazioni: più di una giovane donna su dieci ha dovuto ricorrere ad altro, vestiti vecchi o giornali, per esempio. Deirdre Kingston, del Partito Laburista irlandese, ha chiesto che il piano venga esteso anche nel suo paese, dove in alcune scuole sono le insegnanti a fornire alle studentesse gli assorbenti, senza però che ci sia un vero e proprio sistema.
In vari paesi del mondo i movimenti femministi e altre associazioni si impegnano da tempo per abolire la cosiddetta “tampon tax”, la tassa sugli assorbenti corrispondente all’IVA imposta sui quei prodotti. Il principio è che ovviamente le mestruazioni non sono una scelta, come non lo è il fatto di dover comprare degli assorbenti: applicare a questi prodotti l’IVA spesso applicata ai beni di lusso è un paradosso. Negli anni, una delle forme di protesta più famose portata avanti da alcuni gruppi femministi è stata quella del “free bleeding”: non usare assorbenti durante le mestruazioni e permettere al sangue di fluire macchiando i vestiti.
Quando a novembre 2015 il governo britannico aveva affrontato una discussione sulla tassazione dei prodotti sanitari femminili, alcune ragazze avevano protestato per ore di fronte al Parlamento, durante le mestruazioni e senza usare assorbenti. L’ideatrice della protesta, Charlie Edge, in un’intervista a BuzzFeed News, aveva detto: «Se le persone sono schifate dal fatto che non indosso un assorbente, credo che questo provi il mio punto. Non sono prodotti di lusso». Nel 2000 il Regno Unito aveva abbassato l’IVA sui prodotti sanitari femminili dal 17,5 al 5 per cento e nel 2015 la deputata laburista Paula Sherriff aveva proposto di intervenire per abbassarla ulteriormente o per toglierla del tutto. La proposta era stata bocciata per non andare contro le direttive sull’IVA dell’Unione Europea, in base alle quali gli stati membri possono ridurre ma non azzerare l’Imposta sul Valore Aggiunto su determinati prodotti. Nel 2017 la catena di supermercati britannica Tesco – una delle più grandi del paese – aveva allora deciso di tagliare del 5 per cento il prezzo di un centinaio di prodotti sanitari femminili, compresi gli assorbenti. Altre catene avevano fatto poi la stessa cosa.
Dal 2015 il Canada ha eliminato del tutto la tassa su tamponi, assorbenti e coppette mestruali; nello stesso anno in Francia le imposte sono state abbassate dal 20 al 5,5 per cento. In Italia il partito Possibile aveva depositato nel gennaio del 2016 una proposta di legge per la riduzione dell’aliquota al 4 per cento dal 22 attuale, ma la proposta non era stata messa in discussione.