Il premio Nobel per la pace assegnato ad Aung San Suu Kyi non può esserle revocato
Lo ha detto il comitato norvegese dopo che l'ONU l'ha accusata di non aver fatto nulla per prevenire il genocidio della minoranza musulmana che vive in Myanmar
Il Comitato per il Nobel norvegese ha dichiarato che il premio Nobel per la pace assegnato all’attuale prima ministra del Myanmar, Aung San Suu Kyi, non potrà esserle revocato. La possibilità di un ritiro del premio assegnatole nel 1991 era circolata sui media dopo che lunedì una commissione delle Nazioni Unite aveva raccomandato di processare i capi delle forze armate del Myanmar per genocidio e per altri crimini contro l’umanità, commessi nei confronti della minoranza di religione musulmana che vive nel paese, i Rohingya. Secondo il rapporto delle Nazioni Unite, Suu Kyi e il governo civile del paese, che dal 2016 governa il Myanmar in cooperazione con i militari, «non hanno usato la loro posizione e la loro autorità morale per evitare gli eventi che si sono verificati nella regione del Rakhine».
Interpellato da CNN, il presidente del Comitato per il Nobel norvegese, che ogni anno assegna il premio Nobel per la pace, ha detto che nello statuto del comitato non esistono regole che prevedano il ritiro del premio una volta assegnato. Suu Kyi aveva ricevuto il premio Nobel per la pace nel 1991 per la sua opposizione al regime militare che governava il paese. Lo scorso marzo il Museo dell’Olocausto statunitense aveva ritirato il premio Elie Wiesel che le era stato assegnato nel 2012.