La disputa sui “tappetini” in Serie A
Sono gli spazi accanto alle porte che la Lega mette a disposizione di TIM, e che la Juventus invece vorrebbe gestire autonomamente
Sabato scorso, nel corso della prima partita di Serie A giocata all’Allianz Stadium di Torino, accanto alle due porte non c’erano i soliti “tappetini virtuali” con il marchio di TIM, lo sponsor principale del campionato, presenti invece come al solito in tutti gli altri campi di Serie A. Al loro posto la Juventus ha messo di proposito dei semplici tappetini bianchi con il nome del club stampato. Questo però sembrerebbe violare gli accordi di sponsorizzazione stretti fra Serie A e TIM lo scorso luglio, alla scadenza del precedente contratto, anche se la Juventus non la pensa così.
Per le prossime tre stagioni TIM sarà ancora lo sponsor principale della Serie A, a cui verserà annualmente 15 milioni di euro. In cambio aggiungerà il suo nome a quello del campionato, sarà presente in tutto il materiale prodotto dalla lega e avrà il suo marchio in esclusiva sui “tappetini” virtualizzati accanto alle due porte in tutti i campi da gioco. Fino a due stagioni fa i tappetini erano realizzati con un materiale sintetico su cui veniva fisicamente stampato il logo di TIM. Dal 2016 i tappetini sono virtualizzati, cioè si vedono solamente nelle riprese televisive, in modo da poter essere modificati di frequente sia nella forma che nei contenuti secondo le norme imposte dalla lega. Si ritiene che da soli i “tappetini” valgano più della metà del valore dell’intera sponsorizzazione di TIM, poiché finiscono inevitabilmente inquadrati in tutte le azioni da gol, quelle che poi circolano di più.
La posizione della Juventus non è una novità. A luglio, nell’assemblea che ha assegnato la sponsorizzazione a TIM, la Juventus era stata l’unica società della Serie A a rifiutarsi di concedere la delega per la vendita di quegli specifici diritti. La Juventus li ritiene individuali e gestibili a sua discrezione, una sorta di prosecuzione dei cartelloni elettronici che circondano il campo e i cui spazi sono gestiti direttamente dai club, visto che riguardano l’impianto sportivo. Si ritiene che la posizione della Juventus – che fino all’anno scorso affidava i tappetini alla lega – si debba soprattutto all’acquisto di Cristiano Ronaldo, che ha aumentato notevolmente e in poco tempo la visibilità nel mondo della squadra, aumentando di conseguenza la sua appetibilità commerciale per gli sponsor. La Lega Serie A rimane tuttavia convinta della sua scelta e, come scrive la Gazzetta dello Sport, ritiene – sulla base di un parere giuridico – che l’intero contenuto della sponsorizzazione sia collettivo. La disputa coinvolge anche l’assegnazione dei diritti di sponsorizzazione per l’estero, che al momento risulta bloccata.