Il ritorno di Tiger Woods è un’ottima notizia per tutto il golf
Dopo anni di guai e infortuni, Woods è tornato ad altissimi livelli: e con lui sono tornate le attenzioni del pubblico e i soldi degli sponsor
Anche se non seguite il golf, negli ultimi mesi potreste aver sentito parlare nuovamente di Tiger Woods. Dopo essere stato tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila il golfista più forte in circolazione e uno degli sportivi più in vista al mondo, dal 2009 in poi ha avuto moltissimi problemi che si sono tradotti in una profonda crisi anche per la sua carriera. Prima un burrascoso e seguitissimo divorzio, poi una serie di infortuni che lo hanno costretto a quattro seri interventi alla schiena.
Dopo l’ultimo infortunio, nella primavera 2017, Woods aveva messo in dubbio che sarebbe mai tornato a giocare ad alti livelli. A metà agosto, invece, è tornato dopo anni a lottare per la vittoria in uno dei quattro tornei major, mentre ora sta giocando la FedEx Cup, un torneo a cui accedono solo i migliori golfisti dell’anno. È una buona notizia per lui, ma come ha spiegato l’Economist, è una buona notizia per tutto il mondo del golf.
Tiger Woods è stato uno dei pochi golfisti la cui fama è uscita dai confini degli appassionati dello sport, riuscendo ad attirare milioni di nuovi spettatori ai tornei e in televisione, e rendendo il golf uno sport molto più lucrativo. Quando nel 2009 si separò dalla moglie, dopo che erano diventate note le sue frequenti infedeltà coniugali, Woods era uno degli sportivi più famosi e pagati del mondo. Aveva contratti di sponsorizzazione milionari con le più grandi aziende del mondo, da AT&T a Procter & Gamble, e quando nel 2008 saltò alcuni tornei per un infortunio al ginocchio gli spettatori televisivi delle gare di golf crollarono anche del 50 e del 70 per cento. In pochi mesi però, ha riassunto l‘Economist, Woods passò da essere un eroe-da-copertina a una specie di mostro da tabloid scandalistico. Moltissimi dei suoi sponsor interruppero le relazioni con lui e dei grandi rimase soltanto Nike.
Da allora, nonostante i successivi e annunciati “ritorni”, Tiger Woods non è più riuscito a essere quello di prima. Tra il 1997 e il 2007 aveva vinto 14 tornei major diventando il secondo miglior giocatore di sempre, poi quasi più niente a parte un discreto momento tra il 2012 e il 2013. Poi, piano piano, le cose hanno cominciato a migliorare e – dice l’Economist – se ne sono accorte anche le grandi aziende. Tra il 2016 e il 2017 Woods ha ottenuto due nuovi grossi contratti di sponsorizzazione, uno con Bridgestone Golf – il cui CEO del tempo paragonò l’immagine di Woods a quella di Muhammed Ali e Michael Jordan – e l’altro con il produttore di equipaggiamenti da golf TaylorMade.
Insieme agli sponsor sono tornati anche gli spettatori. Perfino Woods si è stupito del calore che ha ricevuto negli ultimi mesi dai suoi fan ai tornei, e nelle ultime settimane sono circolati molto i video delle esultanze del pubblico durante gli ultimi colpi del USPGA Championship. Si sentono boati come durante una partita di calcio, cose che altri golfisti hanno detto di aver visto succedere solo per Tiger Woods. Il torneo di quest’anno ha avuto il 73 per cento in più degli spettatori rispetto a dodici mesi prima, quando Woods non c’era, e la più grande audience dal 2009: l’ultimo anno in cui Woods aveva partecipato con possibilità di vincere.
Jeff Greenfield, esperto del mercato pubblicitario americano, ha detto all’Economist di aspettarsi crescite del costo delle pubblicità televisive di almeno il 35 per cento per i prossimi tornei a cui parteciperà Woods, e ha spiegato che le emittenti televisive stanno capitalizzando sulla sua ritrovata fama concentrando molte attenzioni (e telecamere) su di lui. Il 22 agosto Woods e Phil Mickelson – altro famosissimo golfista statunitense – hanno annunciato una sfida a due per il Giorno del Ringraziamento: sarà visibile solo pagando e gli organizzatori si aspettano di ricavare ben più dei 9 milioni di dollari che sono stati messi in palio per il vincitore.