Salvini è indagato per il caso Diciotti
La procura di Agrigento ha iscritto lui e il suo capo di gabinetto nel registro degli indagati, sembra per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d'ufficio
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini è indagato dalla procura di Agrigento per il suo coinvolgimento nel caso della Diciotti, la nave militare italiana bloccata da cinque giorni nel porto di Catania con a bordo decine di migranti, che non sono stati sbarcati per decisione diretta di Salvini. Anche il suo capo di gabinetto, Matteo Piantedosi, risulta sotto indagine. Lo ha fatto sapere la stessa procura di Agrigento in un comunicato diffuso in serata. Non è ancora chiaro quali siano le ipotesi di reato attribute a Salvini: secondo Repubblica sono sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio.
La Diciotti è bloccata nel porto di Catania da lunedì: a bordo ha decine di migranti soccorsi a Ferragosto che il governo italiano finora non ha voluto sbarcare. Secondo il ministro dell’Interno Matteo Salvini, il governo vuole prima aspettare che altri stati europei si facciano carico di esaminare la loro richiesta di protezione internazionale (cosa che di norma spetterebbe all’Italia, visto che i migranti sono in Italia). Mercoledì sono stati fatti scendere i 27 minori non accompagnati che si trovavano a bordo, molti dei quali malati o malconci. Oggi pomeriggio sono stati fatti scendere altri 13 migranti fra cui diverse donne che hanno subito violenza.
A detta di tutti gli esperti di accoglienza, la nave Diciotti non è attrezzata per fornire adeguate cure mediche e psicologiche per i migranti che si trovano a bordo: si presume che le 150 persone che sono rimaste a bordo – che dormono a terra, in questi giorni – siano traumatizzate dai mesi passati in Libia e dal viaggio, e si sa che circa la metà di loro ha contratto la scabbia, una fastidiosa infestazione della pelle. Tre giorni fa i migranti sono stati visitati dal procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, salito a bordo mercoledì 22 agosto. Patronaggio aveva fatto un giro della nave e poi aveva ammesso che stava valutando di aprire un’inchiesta per sequestro di persona.
Stamattina, poi, un dettagliato articolo di Repubblica ipotizzava che nel caso della Diciotti potesse essere configurato il reato di sequestro di persona a scopo di coazione (articolo 289 ter del codice penale). Per la legge italiana è possibile trattenere una persona per sole 48 ore senza che il provvedimento sia stato confermato da un giudice, ma il caso della Diciotti ha molte più implicazioni – ad esempio la garanzia dell’ordine pubblico, invocata spesso dal governo italiano sulle questioni di accoglienza – e non è chiaro se possa essere inquadrato in questo modo.
Nel comunicato, la procura ha anche spiegato di aver trasmesso tutti gli atti alla procura di Palermo «per il successivo inoltro al tribunale dei ministri del capoluogo». Il Tribunale dei Ministri è l’unica corte competente a giudicare i ministri per atti compiuti nell’esercizio delle loro funzioni.