La cassaforte con i segreti di Trump
Un tabloid amico di Trump comprava i diritti sulle storie imbarazzanti del presidente per evitare che qualcuno le pubblicasse, e poi metteva i documenti al sicuro
L’agenzia di stampa internazionale Associated Press – solitamente molto affidabile e scrupolosa – ha scritto che il tabloid statunitense National Enquirer conservò in una cassaforte i documenti che contenevano informazioni compromettenti su Donald Trump. I documenti avevano a che fare almeno con le presunte relazioni avute da Trump con due donne, quando era già sposato con l’attuale moglie Melania: l’attrice di film porno Stephanie Clifford (meglio nota come Stormy Daniels) e l’ex modella di Playboy Karen McDougal.
Il National Enquirer è controllato da American Media Inc, il più grande editore statunitense di tabloid. Il presidente della società, David Pecker, ha trovato un accordo con i procuratori federali di New York e, in cambio dell’immunità, sta collaborando alle indagini su Trump. Tutto questo dopo che Michael Cohen, ex avvocato personale di Trump, si è dichiarato colpevole di otto capi d’accusa, ammettendo di aver violato le leggi sui fondi dei comitati elettorali per pagare le due donne affinché non parlassero, e di averlo fatto «in collaborazione e su indicazione» di Trump.
Se nel caso di Clifford i soldi sono andati direttamente a lei, nel caso di McDougal invece Trump avrebbe pagato il National Enquirer perché comprasse i diritti sulla vicenda – facendo firmare alla modella un accordo di riservatezza – e rinunciasse a pubblicarla. I documenti presenti nella cassaforte, secondo Associated Press, fanno riferimento a quell’accordo e forse ad altri come quello: dentro la cassaforte, la cui esistenza è stata confermata da cinque persone, c’erano simili documenti compromettenti su altre persone famose. Il National Enquirer infatti comprava abitualmente i diritti esclusivi per pubblicare quelle notizie ma poi non le pubblicava.
Comprare i diritti su una storia per evitare che esca su altri giornali, o per ottenere altri favori in cambio, è una pratica molto diffusa fra i giornali statunitensi più spregiudicati, e ha persino un nome: catch and kill (“cattura e uccidi”). Le persone interessate dalle notizie “catturate” diventano in qualche modo dipendenti dal giornale che le ha “uccise”, e volendo persino ricattabili. Jerry George, che ha lavorato al National Enquirer fino al 2013, ha detto che il catch and kill divenne pratica comune su indicazione di Pecker e che «veniva sempre chiesto qualcosa in cambio».
Le persone che hanno parlato con Associated Press hanno detto anche che i documenti sulla relazione di Trump con Karen McDougal diventarono inutili, e addirittura compromettenti, dopo che il Wall Street Journal parlò della relazione tra i due. Non è però chiaro se furono solo tolti dalla cassaforte o anche distrutti. Con la collaborazione tra Pecker e gli investigatori, è probabile che i documenti contenuti nella cassaforte vengano esaminati dagli investigatori.