Avremo un meteo più preciso, grazie all’Europa
È stato lanciato in orbita Aeolus, un satellite dell'Agenzia Spaziale Europea che monitorerà il vento con una tecnologia mai usata prima
Mercoledì sera l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha lanciato in orbita un innovativo satellite che nei prossimi anni dovrebbe aiutare a migliorare la precisione delle previsioni meteo in tutto il mondo. Il satellite si chiama Aeolus – cioè Eolo, come il dio greco del vento – ed è stato lanciato dallo spazioporto dell’ESA a Kourou, nella Guyana francese, alle 21.20 locali (le 23.20 europee). Come suggerisce il suo nome, lo scopo di Aeolus sarà monitorare i venti che attraversano l’Europa e il mondo con una nuova tecnologia laser agli ultravioletti: sarà il primo satellite dedicato esclusivamente alla schedatura dei venti, e secondo il corrispondente scientifico di BBC, Jonathan Amos, il suo scopo sarà «creare la più completa mappa dei venti che attraversano la Terra».
Il lancio di Aelous è filato liscio, al contrario del processo di ricerca e assemblaggio: i lavori sono iniziati nel 2002 e sono stati prorogati più volte perché gli scienziati non trovavano il modo di montare un rilevatore agli ultravioletti che potesse funzionare nello Spazio per un lungo periodo di tempo. «Ricordo che molta gente diceva “non ha senso continuare a lavorarci, costruire un rilevatore agli ultravioletti per lo Spazio è semplicemente impossibile”. Ma qui siamo all’ESA: facciamo cose difficili e non molliamo mai», ha detto Josef Aschbacher, il responsabile del programma di osservazione della Terra dell’agenzia.
Il rilevatore in questione si chiama Aladin, acronimo di Atmospheric LAser Doppler INstrument, e genera una luce ultravioletta che rivolta verso la Terra viene riflessa dai vari elementi che compongono i venti, e quindi aria, polvere, ghiaccio e acqua, e quindi analizzata dal satellite.
The #Aeolus satellite carries a special payload into space to measure Earth's winds: Aladin – the Atmospheric Laser Doppler Instrument. Find out more about how it will work ➡️📽️ https://t.co/rESJsoZMnL pic.twitter.com/tWrVPX6A4V
— ESA (@esa) August 22, 2018
Aladin è stato assemblato in gran parte da Leonardo, la più importante azienda aerospaziale italiana, negli stabilimenti di Campi Bisenzio e Pomezia. Aeolus è stato invece costruito dalla divisione aerospaziale di Airbus, la principale azienda europea che si occupa di aerospazio, nello stabilimento britannico di Stevenage, a nord di Londra. Aladin è costato in tutto 50 milioni di euro, mentre Aelous circa dieci volte tanto (il budget dell’ESA viene condiviso dai 22 stati che ne fanno parte: circa il 60 per cento viene finanziato da Germania, Francia e Italia).
Aeolus viaggerà intorno all’orbita della Terra a un’altezza di circa 320 chilometri, e le sue informazioni verranno condivise in tutto il mondo. Mary Forsythe, che si occupa di monitorare i venti per il servizio meteorologico nazionale del Regno Unito, ha spiegato al Financial Times la rilevanza delle informazioni che verranno raccolte da Aeolus: «i pattern con cui si muovono i venti sono molto importanti per arricchire e migliorare i modelli che usiamo per le previsioni meteo. La tecnologia satellitare può darci informazioni su pezzi di mondo che altrimenti sarebbero molto difficili da raggiungere». Al momento, fra l’altro, buona parte delle informazioni sui venti che abbiamo a disposizione proviene da palloni aerostatici su cui sono montati strumenti meteorologici, che per forza di cose forniscono un quadro solo parziale. «Se Aeolus funzionerà come previsto», spiega Forsythe, «nelle regioni tropicali potremmo migliorare le previsioni meteo del 15 per cento».
I risultati del lavoro di Aeolus potrebbero essere ancora più concreti. Alain Dabas di MeteoFrance, il servizio nazionale meteorologico francese, ha raccontato a BBC che nel marzo del 2014 i meteorologi non erano riusciti a prevedere una serie di tempeste che aveva interessato l’Europa perché c’era stato un errore nei modelli di analisi del vento sopra l’Oceano Pacifico. «La domanda è questa: Aeolus avrebbe risolto il problema? Probabilmente sì», ha detto Dabas. Una volta arrivato in orbita, Aeolus sarà sottoposto ad alcuni test. Se tutto andrà come previsto, sarà pienamente operativo fra marzo e aprile del 2019.