Ai fortunati che sanno iniziare
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«”Si vive nel provvisorio” disse. “Si pensa che per ora la vita va male, per ora bisogna arrangiarsi, per ora bisogna anche umiliarsi, ma che tutto ciò è provvisorio. La vera vita comincerà un giorno. Ci prepariamo a morire col rimpianto di non aver vissuto. A volte quest’idea mi ossessiona: si vive una sola volta e quest’unica volta si vive nel provvisorio, nella vana attesa del giorno in cui dovrebbe cominciare la vera vita. Così passa l’esistenza».
Ignazio Silone, Vino e pane, 1955
Ignazio Silone, pseudonimo e poi nome legale di Secondo Tranquilli, è stato uno scrittore, giornalista e politico italiano, conosciuto soprattutto per il romanzo Fontamara, pubblicato per la prima volta nel 1933 a Zurigo nella traduzione in tedesco di Nettie Sutro, e in Italia nel 1945, dopo il crollo del regime fascista e la fine della Seconda guerra mondiale.
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Ignazio Silone in una foto non datata
(ANSA)
Silone nacque a Pescina, in Abruzzo, il primo maggio del 1900, e morì a Ginevra il 22 agosto 1978, 40 anni fa. Trascorse un’infanzia e un’adolescenza di povertà e duro lavoro che lo avvicinò alle rivendicazioni dei contadini poveri, i “cafoni” di cui parlerà in Fontamara, e che lo spinse a trasferirsi a Roma e iscriversi al Partito Socialista; nel 1921 fu tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia e dei delegati alla Terza Internazionale di Mosca, dove incontrò Vladimir Lenin. Iniziò a collaborare con il giornale comunista Il Lavoratore di Trieste e, quando il fascismo prese il potere, venne arrestato. Uscito di prigione, si trasferì a Berlino, fece il corrispondente in Spagna e poi a Parigi, dove venne arrestato ed estradato. Continuò l’impegno politico e il lavoro giornalistico e poi, con l’intensificarsi del fascismo, andò in esilio in Svizzera; nel 1931 venne espulso dal partito con l’accusa di essere un trotzkista, lontano quindi dalla corrente dominante vicina a Stalin.
Durante l’esilio svizzero, in povertà e malato di tisi, scrisse in pochi mesi Fontamara, suo primo romanzo e capolavoro letterario, che racconta le rivolte dei “cafoni” contro i potenti di un paesino immaginario. Fondò la rivista tedesca Information, di argomento letterario e artistico, che diresse fino al 1933, e continuò a scrivere saggi e romanzi. Rientrò in Italia nel 1944 e riprese l’impegno politico, stavolta nel partito Socialista. Tra i suoi scritti si ricordano Vino e pane, Una manciata di more, Uscita di sicurezza e L’avventura di un povero cristiano, che vinse il premio Campiello. Ha ricevuto premi letterari, lauree honoris causa.