Le ambizioni del Fussball Club Südtirol
La piccola squadra di Bolzano è una società modello che con finanziamenti pubblici e privati punta a diventare il primo club della regione a raggiungere la Serie B
di Pietro Cabrio
Il calcio italiano sta vivendo un momento di cambiamento ma deve ancora fare i conti con grossi problemi di sostenibilità economica, come dimostrano le recenti difficoltà nei campionati di Serie B e Serie C. Tra fallimenti e penalizzazioni, però, ci sono delle realtà interessanti che promettono qualcosa. Una di queste è il Lanerossi Vicenza, i cui nuovi e ambiziosi progetti abbiamo riassunto qui. Un’altra è il Fussball Club Südtirol di Bolzano, la migliore espressione del calcio in Trentino-Alto Adige.
Delle venti regioni italiane, solo la Valle d’Aosta e il Trentino-Alto Adige non hanno mai avuto una squadra in Serie B. La Valle d’Aosta non ci è mai andata nemmeno vicina e per ora si dovrebbe continuare così. Per il Trentino-Alto Adige invece potrebbe non volerci ancora molto. Negli ultimi anni la squadra della provincia autonoma di Bolzano, il Fussball Club Südtirol, è cresciuta moltissimo da tutti i punti di vista. È stata una crescita lenta ma regolare, resa possibile da una gestione societaria oculata e dai privilegi finanziari in quanto società con sede in una regione a statuto speciale, che fra i maggiori benefici trattiene nel territorio almeno il 90 per cento dei tributi erariali e riceve un trasferimento di risorse dallo Stato per le questioni legate ai rapporti con l’Austria e alle minoranze linguistiche.
L’attuale Südtirol — la squadra professionistica più a nord d’Italia — nacque su iniziativa di alcuni imprenditori locali nel 1995. Inizialmente puntarono all’acquisto del già esistente AC Bolzano, ma le trattative non ebbero successo. Decisero allora di acquistare una piccola società di Bressanone, l’SV Milland, che poi venne rinominata. La squadra partì dal campionato di Promozione, che vinse dopo una stagione in cui non venne mai sconfitta, e in due anni arrivò spedita in Serie D. Nel 1997 la società subì una piccola rifondazione e venne nominata una nuova dirigenza, sempre composta da imprenditori locali. Dopo tre anni di Serie D, la squadra ottenne la prima promozione tra i professionisti allenata da Giuseppe Sannino, che poi ebbe una discreta carriera di allenatore tra Serie A e Serie B. Da quella promozione il club passò dieci anni in Serie C2, sfiorando allo stesso tempo promozioni e retrocessioni.
Nel 2006 venne nominata gran parte dell’attuale dirigenza, con gli imprenditori locali Werner Seeber alla presidenza e Dietmar Pfeifer come amministratore delegato. La nuova società riorganizzò il settore giovanile, che da lì inizio regolarmente a fornire giocatori alle giovanili di tante grandi squadre di Serie A. Gli investimenti sul settore giovanile portarono la squadra ad avere sempre più giocatori altoatesini in rosa, cosa che legò ancora di più il club al territorio, dove il calcio non è nemmeno tra gli sport più popolari. Al decimo anno di Serie C2, il Sudtirol ottenne la prima promozione in C1, che dal 2010 non ha più lasciato. Dopo alcune stagioni altalenanti, da un paio di anni il Sudtirol è una delle migliori squadre della Serie C. L’anno scorso, allenato dall’ex centrocampista Paolo Zanetti, ha perso la semifinale dei playoff per la promozione in Serie B, e avrebbe anche potuto ottenerla direttamente se non avesse iniziato il campionato a rilento. Arrivata molto vicino a un traguardo storico, la società ha mantenuto il livello di investimenti sulla rosa per migliorare i risultati della passata stagione. Nel frattempo sta dotando il club di infrastrutture che neanche alcune squadre di Serie A possiedono.
Grazie alla salute del bilancio del comune di Bolzano e della provincia autonoma, il Südtirol ha potuto pianificare il rifacimento completo dello stadio Druso (o Drusus-Sportplatz). Il costo del rifacimento sarà fra i 14 e 15 milioni di euro, interamente finanziati con soldi pubblici provenienti da provincia e regione. L’impianto sarà di proprietà del comune di Bolzano, che però lo darà in comodato d’uso al Südtirol. Dagli attuali 3.300 posti a sedere si passerà a 5.500 – il mino stabilito per giocare in Serie B – e in un secondo momento potrà ospitare fino a 10.000 spettatori. Il rifacimento è coordinato dall’architetto altoatesino Ralf Dejaco, che ha come partner lo studio d’architettura tedesco Von Gerkan, Marg and Partners, che ha lavorato anche alla progettazione dell’aeroporto Tegel di Berlino. Il progetto di rifacimento ha preso spunto dall’Audi Arena di Ingolstadt e dallo stadio Tivoli di Innsbruck.
Il rifacimento dello stadio completerà il piano di investimenti sulle strutture che la società ha intrapreso con il sostegno di comuni, provincia e regione da alcuni anni a questa parte. Lo scorso aprile il Südtirol ha infatti inaugurato il suo nuovo centro sportivo, l’FCS Centre. I lavori sono costati 11 milioni di euro e il centro è di proprietà del comune di Appiano, mentre gli arredi sono di proprietà della società. Il comune ha stipulato una convenzione con la società che le permetterà di usare e gestire il centro fin quando farà “attività di crescita del calcio regionale”. L’FCS Centre è stato pensato per soddisfare tutte le necessità di una squadra di calcio professionistica e anche per essere di servizio agli atleti locali. Ci sono due campi regolamentari in erba naturale, due in sintetico e uno di dimensione ridotte. Negli uffici c’è la sede amministrativa del club. Negli altri locali ci sono lavanderie, magazzini, sale riunioni, una palestra e un centro medico con ambulatori e macchinari per il trattamento degli infortuni. Oltre alla squadra viene utilizzato regolarmente da altri professionisti altoatesini, tra i quali lo sciatore Dominik Paris e il tennista Andreas Seppi. Tra maggio e giugno l’FCS Centre è stata la sede della preparazione della nazionale di calcio tedesca in vista dei Mondiali in Russia.
Per la visione di Dietmar Pfeifer, l’amministratore delegato della società, il Südtirol è tale e quale a un’azienda composta da varie divisioni collegate fra loro. Il club può contare su trenta soci, più di un centinaio di sponsor e un’associazione dilettantistica che conta più di quattrocento iscritti. È infatti composto da una Srl che gestisce la squadra professionistica e da un’associazione composta da soci che amministra le giovanili e altre attività laterali. Più che la squadra della città di Bolzano, il Südtirol rappresenta l’intera provincia autonoma. Negli ultimi anni la presenza di tifosi è aumentata significativamente. Il numero di spettatori è ancora basso (nella provincia di Bolzano si tifa molto Bayern Monaco), ma anche grazie al rifacimento dello stadio, la società punta a raggiungere una “base” di almeno qualche migliaia di spettatori.
La nuova stagione della squadra, ancora allenata da Zanetti, è iniziata mantenendo le aspettative. Il campionato di Serie C deve ancora iniziare ma intanto in Coppa Italia il Südtirol ha eliminato due squadre di categorie superiori. Al secondo turno ha eliminato il Venezia, che l’anno scorso sfiorò la promozione in Serie A. Al terzo turno è riuscita a eliminare anche il Frosinone, che la promozione l’ha ottenuta ai playoff e quest’anno disputa nuovamente la Serie A. Con queste due vittorie il Südtirol si è guadagnato l’opportunità di andare a giocare contro il Torino allo Stadio Olimpico, e sarà una delle partite più prestigiose mai giocate dalla società. I successi in Coppa Italia hanno dimostrato la qualità della squadra, che ha quindi rafforzato il suo status da favorita per la promozione in Serie B.