«Il viadotto al momento non presenta alcun problema di carattere strutturale»
Lo disse l'assessore regionale ligure alle Infrastrutture nel marzo 2017, citando il direttore del tratto di autostrada dove si trovava il ponte Morandi
Il 21 marzo 2017, durante un Consiglio regionale della Liguria, l’assessore regionale alle Infrastrutture e alla Protezione civile Giacomo Giampedrone – della giunta del presidente Giovanni Toti – rispose a una «interrogazione a risposta immediata» che raccoglieva la preoccupazione degli abitanti delle case sotto al ponte Morandi riguardo alla tenuta del viadotto. Giampedrone rassicurò gli abitanti dell’area, citando una conversazione informale avuta con Stefano Marigliani, direttore del Tronco 1 Genova di Autostrade per l’Italia, la tratta dove si trova il ponte Morandi, crollato in parte il 14 agosto; secondo Marigliani, disse Giampedrone, «il viadotto al momento non presenta alcun problema di carattere strutturale». La risposta completa di Giampedrone, rivolta al presidente del Consiglio regionale, fu questa (PDF):
«Devo anche dirle che ho sentito personalmente l’ingegner Marigliani rispetto all’interrogazione da lei posta, il quale mi ha comunicato che il viadotto al momento non presenta alcun problema di carattere strutturale, che i lavori che attualmente si stanno compiendo sul viadotto sono lavori di barriere di sicurezza in calcestruzzo e verranno terminati entro l’estate, che sono opere manutentore ordinarie per allungare la vita dell’infrastruttura in generale e per manutenerla al meglio, che ci sono in corso di progettazione per quel viadotto due interventi di carattere strutturale da realizzarsi nel 2018 che consisteranno nell’installazione di stralli e impalcati per il rafforzamento dell’infrastruttura»
Marco Imarisio, inviato a Genova per il Corriere, ha scritto che mentre Giampedrone rassicurava i cittadini genovesi preoccupati dal ponte, due docenti del Politecnico di Milano ingaggiati da Autostrade per l’Italia per una consulenza periodica sullo stato dell’opera, Carmelo Gentile e Antonello Ruoccolo, scrivevano una relazione che parlava di «evidente» disparità di tenuta tra gli stralli, che secondo diversi esperti potrebbero essere stati la causa del crollo. Nella relazione, consegnata poi il 12 novembre, si leggeva: «In particolare gli stralli, ovvero i tiranti, del sistema numero 9 si presentano con una deformata modale non conforme alle attese e certamente meritevole di approfondimenti teorico-sperimentali». Il sistema numero 9 fa parte del blocco del ponte crollato.
Lo stesso Giampedrone in Consiglio regionale aveva accennato a interventi di carattere strutturale da fare sul ponte, ma la regione Liguria ha sottolineato in un comunicato diffuso il 17 agosto che «nessuno specifico allarme è mai arrivato» agli uffici della regione dal ministero delle Infrastrutture o dalla società Autostrade.
Le conclusioni della relazione di Gentile e Ruoccolo portarono nel maggio 2018 a indire un bando da circa 20 milioni di euro per affiancare agli stralli della pila 9 e della pila 10 dei tiranti d’acciaio (un lavoro simile era già stato fatto negli anni Novanta per gli stralli della torre più a est del ponte, quindi quella opposta a quella crollata).
Tre giorni fa, il giorno del crollo, Marigliani aveva detto al Post che negli ultimi anni il ponte aveva ricevuto «diversi interventi di manutenzione ordinaria», tra cui quelli iniziati nel 2016 e che avrebbero dovuto concludersi nel 2019. Aveva aggiunto che non gli risultava che fosse mai stata presa in considerazione l’idea che il ponte potesse essere chiuso al traffico a causa di eventuali problemi di sicurezza.