39 morti per il crollo del ponte Morandi
A Genova continuano le ricerche sotto le macerie, i feriti sono 16 di cui 9 gravi
Tra le macerie del ponte Morandi di Genova, il viadotto su cui passava l’autostrada A10 crollato martedì, sono ancora in corso le operazioni di soccorso. Centinaia di soccorritori, tra cui 1.000 operatori della Protezione Civile e oltre 300 Vigili del Fuoco, stanno lavorando da ieri per mettere in sicurezza la zona e trovare eventuali sopravvissuti. Intanto, il numero dei morti accertati è salito a 39, ma c’è ancora un numero imprecisato di dispersi.
Il ponte è crollato poco prima di mezzogiorno di ieri, mentre lo stavano attraversando una trentina di veicoli tra auto e mezzi pesanti. Il tratto coinvolto dal crollo, lungo decine di metri, passava sopra due capannoni industriali, che si pensa fossero vuoti. Non sono ancora chiare le cause del crollo, ma gli esperti hanno escluso categoricamente possa essere dipeso dalle piogge di ieri e hanno definito improbabile l’ipotesi che possa essere stato un fulmine. Il ponte Morandi, un simbolo di Genova e tra le principali vie del traffico attraverso la Liguria, era stato costruito negli anni Sessanta ma aveva richiesto fin da subito imponenti e frequenti lavori di manutenzione. L’eventualità di un suo crollo era circolata in diverse occasioni nel dibattito al riguardo.
Oggi il governo ha stanziato dei fondi di emergenza e ha annunciato che avvierà la procedura per revocare la concessione revocare la concessione autostradale ad Autostrade per l’Italia, la società controllata dalla famiglia Benetton responsabile per il tratto di strada su cui si trovava il ponte crollato.
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