In Grecia c’è una polemica che riguarda un terrorista di estrema sinistra
Dimitris Koufodinas, condannato per 11 omicidi, verrà trasferito in un carcere di "minima sicurezza", una misura che non piace per niente all'opposizione di destra
Da qualche giorno in Grecia si discute della decisione del governo di trasferire il terrorista Dimitris Koufodinas, che sta scontando undici ergastoli per l’omicidio di altrettante persone, da un carcere di massima sicurezza a una struttura agricola molto meno sorvegliata e «di minima sicurezza». Koufodinas, che oggi ha 61 anni, viene considerato il principale sicario dell’organizzazione terroristica di estrema sinistra “17 novembre”, che tra il 1975 e il 2000 uccise 23 persone.
Koufodinas era detenuto insieme ad altri membri di 17 novembre in un’ala sotterranea del carcere di Korydallos, vicino ad Atene, accessibile a pochissimi altri prigionieri. La nuova struttura si trova invece nelle campagne vicino a Volos, in Tessaglia, nella Grecia centrale. Il Guardian scrive che centri di detenzione «aperti» come questo impegnano i detenuti nella raccolta della frutta e nel lavoro all’aperto. Sembra anche che Koufodinas abbia intenzione di tornare a occuparsi di api, la sua precedente attività.
La decisione – presa da un comitato che risponde al ministero della Giustizia del governo di sinistra di Alexīs Tsipras – è stata contestata soprattutto dal principale partito di opposizione di centrodestra Nuova Democrazia e dai parenti delle persone uccise da 17 novembre. Ha ricevuto anche diverse critiche da Turchia e Stati Uniti, paesi tra gli obiettivi principali della lotta armata di 17 novembre, che prese di mira anche diversi politici, diplomatici e militari turchi e americani: la prima persona uccisa dal gruppo fu il capo della sezione greca della CIA Richard Welch, nel 1975. Il gruppo terroristico si è sciolto nel 2002, dopo l’incarcerazione di Koufodinas e di altri leader di 17 novembre. Gli Stati Uniti hanno smesso di considerare il gruppo una minaccia per lo stato solo da tre anni.
La portavoce del dipartimento di stato americano, Heather Nauert, ha detto che Koufodinas «sta ispirando la prossima generazione di terroristi», e che gli Stati Uniti «condannano il più duramente possibile qualsiasi allentamento della sua carcerazione». Il ministero degli Esteri turco ha detto che la decisione «ha rafforzato ancora una volta i nostri dubbi sul funzionamento del sistema giudiziario in Grecia. Garantire tolleranza a un terrorista è una mancanza di rispetto verso i nostri diplomatici martirizzati e le loro famiglie». Nel 2017 c’erano state reazioni molto simili per la decisione delle autorità greche di concedere a Koufodinas 48 ore di libertà.
L’organizzazione 17 novembre nacque come prosecuzione ideale (ed estremista) dei movimenti del 1973, durante i quali gli studenti di Atene manifestarono e scioperarono contro la Giunta, la dittatura militare cosiddetta “dei colonnelli” che governò la Grecia tra il 1967 e il 1974. Il nome del gruppo faceva riferimento alla notte del 17 novembre 1973, quando il regime mandò un carro armato contro i cancelli del Politecnico di Atene per fare irruzione: più di 20 persone furono uccise e centinaia ferite. L’organizzazione 17 novembre si definiva un gruppo rivoluzionario marxista e anticapitalista, schierato contro gli Stati Uniti e le basi americane in Grecia, contro la Turchia per la sua presenza militare a Cipro del Nord, e contro la NATO e l’Unione Europea.
Secondo il Guardian, la figura di Dimitris Koufodinas esercita ancora oggi un grande fascino su quella sinistra radicale che non ha smesso di credere alla lotta armata. Uno degli argomenti più usati da Nuova Democrazia e da altre opposizioni consiste nell’avvicinare anche SYRIZA, la coalizione di sinistra al governo, all’estremismo di sinistra. Dora Bakoyianni, ex sindaca di Atene a cui 17 novembre uccise il marito, ha commentato il trasferimento di Koufodinas accusando il governo di aver «servito un terrorista» trasferendolo «in una prigione di lusso» mentre «non riusciva a proteggere i cittadini dagli incendi», facendo riferimento agli incendi disastrosi che si sono sviluppati in Attica dal 23 luglio e che hanno ucciso più di 80 persone.
Il dibattito politico greco raggiunse toni simili anche lo scorso anno, quando una serie di attacchi con pacchi bomba organizzati dall’estrema sinistra culminarono con un’esplosione nella sua automobile e il ferimento di Lucas Papademos, primo ministro greco tra il 2011 e il 2012 in una coalizione tra socialisti e centrodestra. L’ultimo rapporto sul terrorismo dell’EUROPOL dice che nel 2017 ci sono stati 24 attentati riconducibili a terroristi di estrema sinistra in Europa, di cui 8 commessi in Grecia e 2 da cittadini greci all’estero. Al tempo, il leader di Nuova Democrazia Kyriakos Mitsotakis, cognato di un uomo ucciso da 17 novembre, disse a Politico che Tsipras aveva fomentato «una vera cultura dell’odio anti-establishment» quando era all’opposizione, e lo accusò di fare troppo poco sulle questioni della sicurezza ora che era al governo. Tsipras aveva comunque condannato l’attacco a Papademos, e in generale SYRIZA ha sempre preso le distanze da azioni di questo tipo.
Sulla questione del trasferimento di Dimitris Koufodinas, il ministero della Giustizia greco si è difeso dicendo che il carcere di Korydallos (quello di massima sicurezza) verrà trasformato in una prigione per persone in custodia cautelare, e che quindi si stanno trasferendo più persone possibili da altre parti. Il ministero ha precisato che Koufodinas continuerà a scontare la sua pena, che il trasferimento non comporta un trattamento speciale, una riduzione della pena o una maggiore libertà, e che molti condannati a ergastoli sono detenuti nelle «carceri agricole», ma che questo non ha mai creato problemi. Koufodinas potrà chiedere la liberazione anticipata nel 2021, quando avrà scontato 19 anni di carcere.