Lo speleologo precipitato in una grotta nelle Alpi Giulie è stato portato in salvo dai soccorritori
Stefano Guarniero, lo speleologo triestino che sabato scorso era precipitato a 200 metri di profondità in un grotta sul monte Canin, nelle Alpi Giulie al confine con la Slovenia, è stato salvato lunedì mattina dai soccorritori. Le ricerche erano iniziate sabato pomeriggio, quando le altre persone con le quali Guarniero si trovava in escursione avevano avvisato le autorità locali dell’incidente. Nella caduta, avvenuta a quota 2.200 metri, Guarniero si è ferito a un braccio e all’addome in modo non grave. Le sue condizioni hanno però reso necessario l’uso di una barella per l’estrazione. Per farla passare attraverso i punti più stretti della grotta, i soccorritori hanno aperto un passaggio secondario alla grotta con delle piccole cariche esplosive. Nelle operazioni di soccorso sono stati impiegati 94 tecnici speleologi con varie specializzazioni e 22 tecnici del soccorso alpino e speleologico nazionale. Guarniero si trova ora ricoverato all’ospedale di Udine.