Cos’è successo con il rinvio dell’obbligo vaccinale nelle scuole d’infanzia

Ieri il Senato ha approvato un emendamento al Milleproroghe che rinvia all'anno 2019/2020 l'obbligo introdotto un anno fa dal decreto Lorenzin

(ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)
(ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

Venerdì il Senato ha approvato due identici emendamenti al decreto Milleproroghe che rinviano di un anno l’obbligo vaccinale per l’iscrizione alla scuola materna, che era stato introdotto dal cosiddetto decreto Lorenzin del luglio del 2017. Gli emendamenti, presentati da Lega e Movimento 5 Stelle, rinviano quindi l’introduzione dell’obbligo di presentare la certificazione dei vaccini all’anno scolastico 2019/2020. Hanno ottenuto 149 voti favorevoli (Lega e Movimento 5 Stelle) 110 contrari (Partito Democratico, Forza Italia e Fratelli d’Italia) e un astenuto. La discussione degli altri emendamenti al decreto Milleproroghe continuerà lunedì, dopodiché il decreto sarà votato. Poi passerà alla Camera.

Beatrice Lorenzin, ex ministra della Salute, ha definito l’approvazione al Senato del provvedimento una «vittoria dei no vax».

Ci sono stati alcuni parlamentari del M5S che hanno criticato la decisione del partito. La senatrice Elena Fattori, ex biologa, ha detto: «rispetto la scelta del mio gruppo ma per mia storia personale, professionale e dolorosamente di madre non posso fare altro che dissociarmi dal mio gruppo e esprimere un indignato voto contrario». Il deputato M5S  Giorgio Trizzino, ex chirurgo, ha annunciato che si opporrà all’emendamento alla Camera: «non si ritenga che per garantire l’accesso agli asili nido ed alle scuole materne si possa immaginare qualsiasi forma di deroga sull’obbligo a vaccinare i bambini».

Paola Taverna, vicepresidente del Senato del M5S, ha detto in aula che lo scopo del rinvio è quello di «permettere alle famiglie di vaccinare i propri figli in ambienti che siano in grado di accogliere i bambini, e non, come accade oggi, dove i centri vaccinali sono simili più a quelli dove si mandano le bestie».

Il “decreto vaccini” prevede che l’obbligo valga per l’iscrizione agli asili nido e alle scuole materne, dunque nella fascia d’età 0-6 anni, ma riguarda con modalità diverse anche le scuole elementari, medie e i primi due anni delle superiori, fino cioè ai 16 anni. Le vaccinazioni obbligatorie «in via permanente» sono: antipolio, antidifterica, antitetanica, antiepatite virale B, antipertosse, antiHaemophilus influenzae di tipo b. Altre quattro vaccinazioni sono invece obbligatorie «sino a diversa successiva valutazione» dopo una verifica triennale e dunque fino al 2020. E sono: antimorbillo, antirosolia, antiparotite, antivaricella.

L’approvazione del decreto, in pratica, annulla la circolare diffusa a luglio dalla ministra della Salute Giulia Grillo, con la quale si dichiarava sufficiente per l’iscrizione all’anno scolastico 2018/2019 un’autocertificazione vaccinale, in sostituzione di una documentazione ufficiale dell’ASL. Sulla validità della circolare, che avrebbe dovuto sostituire una legge approvata dal Parlamento, erano stati espressi già diversi dubbi.