Trump ha invitato il procuratore generale a chiudere l’indagine sulle interferenze russe
Glielo ha chiesto su Twitter, e non è chiaro se ci potranno essere delle conseguenze rilevanti: ma intanto è andato più in là del solito
Il presidente americano Donald Trump ha invitato il procuratore generale Jeff Sessions a chiudere l’indagine del procuratore speciale Robert Mueller sulle interferenze della Russia nelle elezioni presidenziali del 2016, che hanno interessato diversi membri del comitato elettorale di Trump. In passato Trump se l’era presa spesso con Mueller e i suoi collaboratori, ma in modo generico: oggi, invece, ha individuato un responsabile preciso in Sessions.
Come spesso accade con Trump, l’invito è avvenuto su Twitter: non è chiaro se Trump abbia ufficialmente chiesto a Sessions di chiudere l’indagine. Peraltro Sessions non può farlo: all’inizio dell’indagine si è chiamato fuori per un potenziale conflitto di interessi, dato che faceva parte del comitato elettorale di Trump.
«È una situazione tremenda, e il procuratore generale Jeff Sessions dovrebbe fermare subito questa caccia alle streghe prima che danneggi ulteriormente il nostro paese»
..This is a terrible situation and Attorney General Jeff Sessions should stop this Rigged Witch Hunt right now, before it continues to stain our country any further. Bob Mueller is totally conflicted, and his 17 Angry Democrats that are doing his dirty work are a disgrace to USA!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) August 1, 2018
Il tweet di Trump è arrivato durante il secondo giorno del processo a Paul Manafort, l’ex capo del suo comitato elettorale, accusato di varie truffe e riciclaggio di denaro nella sua attività di lobbista per gli interessi russi in Ucraina. Manafort rischia fino a 300 anni di carcere e finora si è rifiutato di collaborare con le indagini di Mueller.
Non è la prima volta che Trump accusa Mueller e i suoi collaboratori di avere iniziato una “caccia alle streghe” nei confronti suoi e dei suoi collaboratori: già nel giugno 2017, per esempio, aveva deciso di chiedere al vice-procuratore generale di chiudere l’inchiesta, ma era stato dissuaso dell’allora avvocato della Casa Bianca, Donald F. McGahn.
Rod Rosenstein, il vice procuratore generale americano che supervisiona l’