C’è un altro paese che non è d’accordo con la UE sull’immigrazione: il Marocco
Il governo marocchino è scontento: vuole più fondi per controllare le sue frontiere e per gestire le partenze verso la Spagna
Due giorni fa il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha inviato una lettera alla Commissione europea per chiedere più aiuti per poter gestire l’aumento del numero di sbarchi di migranti sulle coste della Spagna. Il tema è di grande importanza e da qualche settimana è finito al centro del dibattito pubblico e politico spagnolo: con la progressiva chiusura della rotta del Mediterraneo centrale che collega Libia e Italia – iniziata dal governo Gentiloni e proseguita dal governo Conte – la principale via di accesso per i migranti in Europa è diventata quella che collega il Marocco alla Spagna. Sánchez ha già chiesto più volte l’intervento dell’Unione Europea, ma nella lettera inviata lunedì alla Commissione ha inserito una richiesta in più: lo stanziamento di nuovi fondi da destinare al Marocco per il controllo delle sue frontiere.
Il ruolo del Marocco è centrale da anni, soprattutto per il controllo dei confini a Ceuta e Melilla, due enclavi spagnole in Nordafrica dove i migranti cercano spesso di superare illegalmente il confine ed entrare in Spagna. Per molto tempo i governi spagnoli hanno limitato gli sbarchi grazie agli accordi presi con il Marocco, che si è impegnato a rafforzare i controlli in cambio di ingenti aiuti economici. Ora però il Marocco considera i fondi europei insufficienti e vuole di più.
Negli ultimi giorni ci sono stati diversi contatti politici e istituzionali tra Spagna e Marocco per parlare di come gestire l’aumento del numero di migranti sulla rotta del Mediterraneo occidentale. Nella maggior parte di queste conversazioni, ha scritto il País, le autorità marocchine hanno espresso tutto il loro malcontento per come si sta comportando l’Unione Europea sul tema dell’immigrazione.
Il Marocco non capisce per quale motivo la UE ritardi il pagamento dei fondi stanziati per il controllo delle frontiere, e non apprezza il fatto che nei rapporti con i paesi vicini i paesi europei diano sempre priorità alla Turchia, garantendole progetti per oltre 3miliardi di euro, a fronte dei 30 milioni destinati al Marocco. Un altro problema, ha scritto il Diario, è l’idea continuamente promossa dall’Unione Europa di creare dei “centri regionali di sbarco” nei paesi della sponda sud del Mediterraneo, dove dividere i cosiddetti “migranti economici”, cioè coloro che sono andati via dai loro paesi per motivi economici, dai migranti che potrebbero ricevere una qualche forma di protezione internazionale, tra cui l’asilo politico. Il Marocco si è opposto a questo progetto fin dal principio.
Visto che per la Spagna è fondamentale avere la collaborazione del governo marocchino sul tema dell’immigrazione, Sánchez, il suo ministro degli Esteri, Josep Borrell, e il suo ministro dell’Interno, Fernando Grande-Marlaska, hanno cominciato a promuovere la causa marocchina nell’Unione Europea, soprattutto nella Commissione, e non era scontato. In Marocco c’era una certa preoccupazione riguardo a come si sarebbe comportato il governo socialista di Sánchez, nato grazie all’approvazione di una mozione di sfiducia contro il precedente governo conservatore di Mariano Rajoy. La mozione, infatti, era stata appoggiata anche da due forze considerate generalmente “anti-marocchine”, soprattutto per la loro opposizione alla monarchia e al controllo del Marocco sulla regione del Sahara occidentale: Unidos Podemos, coalizione elettorale di sinistra che unisce tra gli altri Podemos e il Partito comunista spagnolo, e Esquerra Republicana, partito indipendentista di sinistra catalano. La rinnovata disponibilità a collaborare espressa dal governo spagnolo, comunque, sembra avere tranquillizzato la situazione e avere cancellato le preoccupazioni del Marocco.
Sánchez dovrebbe fare presto la sua prima visita ufficiale in Marocco, forse tra il 20 e il 24 agosto, ma non c’è ancora una data precisa. Intanto la Commissione europea sta studiando le richieste della Spagna, tra cui quella relativa al Marocco: in una lettera inviata a Sánchez, il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha detto di condividere la «sensazione di urgenza» ma ha ricordato come i fondi europei siano limitati. Il ministro degli Esteri, Josep Borrell, ha aggiunto che Juncker ha promesso di liberare 55 milioni di euro dal Fondo fiduciario per l’Africa da investire in Tunisia e Marocco.