Cosa dice il nuovo rapporto sul volo MH370
È lungo 1.500 pagine e contiene alcune nuove informazioni, ma non una spiegazione di cosa successe e perché
Il 30 luglio è stato presentato un rapporto di 1.500 pagine sull’incidente del volo MH370: l’aereo della Malaysia Airlines che era partito da Kuala Lumpur e sarebbe dovuto arrivare a Pechino, ed è scomparso nell’Oceano Indiano l’8 marzo 2014 con 239 persone a bordo. Kok Soo Chon, il responsabile dell’inchiesta internazionale sul volo MH370, ha spiegato in una conferenza stampa che il rapporto non contiene elementi che permettano di sapere con certezza cosa successe quel giorno o dove siano i resti dell’aereo. Il rapporto permette però di escludere alcune ipotesi sulla scomparsa dell’aereo.
Kok Soo Chon ha spiegato che l’aereo fece a un certo punto una manovra che, per forza di cose, fu decisa e iniziata da un essere umano e non dal pilota automatico. Kok ha spiegato che sono state fatte diverse simulazioni, in varie condizioni, e che è stato verificato che un pilota automatico non avrebbe potuto fare una manovra di quel tipo. Non c’è modo di sapere se la persona che fece quella manovra fu il pilota, il secondo pilota o una terza persona intervenuta illegalmente. Kok ha detto che alcuni elementi nel modo in cui fu gestito l’aereo “fanno fortemente pensare a un’interferenza illegale”; ha però confermato che nessun gruppo terroristico ha rivendicato la responsabilità per l’incidente.
Il rapporto contiene anche diversi elementi contrari alla teoria, di recente proposta anche in una puntata del famoso programma statunitense 60 Minutes, secondo la quale l’aereo precipitò perché il pilota voleva suicidarsi. Kok ha detto che nel passato dei due piloti del volo MH370 e nel modo in cui comunicavano nelle ore precedenti all’incidente non c’è, secondo gli psicologi che se ne sono occupati, nessuna traccia di instabilità o problemi che avrebbero potuto portare a un suicidio.
Un’altra teoria che viene smentita dal rapporto riguarda un possibile incendio dell’aereo, che tra le altre cose trasportava più di 200 chili di batterie agli ioni di litio.
Il rapporto spiega però che l’aereo non fu rintracciabile anche a causa di diverse irregolarità nei protocolli di sicurezza che i controllori di volo avrebbero dovuto seguire in Malesia e Vietnam. Spiega anche che tutti e quattro i trasmettitori di localizzazione d’emergenza (ELT) del volo MH370 non funzionarono (o funzionarono molto male), rendendo impossibile la localizzazione dell’aereo.
Gli esperti che si sono occupati dell’inchiesta hanno detto di non aver tralasciato nessuna possibile teoria e di aver preso in considerazione anche le teorie meno realistiche girate su internet negli ultimi anni. Hanno anche spiegato che, nonostante qualcuno ne parli in quei termini, il rapporto non è “finale”: in futuro potrebbero arrivarne altri. Il rapporto è stato reso pubblico e si può consultare qui.