Brexit potrebbe avere conseguenze anche per gli animali da compagnia
Cani, gatti e furetti in viaggio da e verso il Regno Unito potrebbero subire una quarantena: è un tema che sta molto a cuore a Juncker
Tra le questioni di cui si sta discutendo nelle trattative per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea c’è anche quella della libera circolazione degli animali da compagnia. Da più di dieci anni, infatti, i cani, i gatti e i furetti vaccinati, dotati di microchip identificativo, in salute e appartenenti a cittadini europei possono viaggiare nei paesi dell’Unione Europea senza dover passare dei periodi di quarantena: è merito del passaporto europeo per gli animali da compagnia, istituito da un regolamento del Parlamento Europeo nel 2003. Se non dovesse essere trovata una soluzione diversa, in futuro gli animali da compagnia britannici ed europei dovranno tornare a stare in quarantena quando viaggeranno con i propri padroni da e verso il Regno Unito.
Il passaporto europeo per gli animali da compagnia è un certificato veterinario che dice che l’animale in questione ha fatto la vaccinazione antirabbica almeno ventuno giorni prima della partenza, non ha i vermi e, per i viaggi in alcuni paesi è stato sottoposto agli esami del sangue per verificare di non essere positivo alla rabbia. Gli animali da compagnia che provengono da paesi che non hanno il passaporto europeo vengono sottoposti a quarantena o a esami del sangue al loro arrivo in un paese membro dell’Unione Europea, a meno che i loro padroni non si siano muniti di certificati veterinari e abbiano compilato vari documenti.
Una delle persone che dall’interno delle istituzioni europee sono più preoccupate per la circolazione degli animali da compagnia è il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, che ha richiamato più volte l’attenzione sulla questione. Juncker è padrone di un botolo di nome Plato (cioè Platone): era un randagio che viveva sull’isola greca di Samos e dopo essere stato soccorso da una ong tedesca è stato adottato da Jucker e ora vive in Lussemburgo.
Nel Regno Unito ci sono 250mila cani e gatti da compagnia; ogni anno più di 20mila viaggiano da Dover, nel sud dell’Inghilterra, a Calais, in Francia, sui traghetti di P&O Ferries. Michael Gove, ministro dell’Ambiente britannico, padrone di un Bichon frisé di nome Snowy e di un incrocio tra un Lhasa Apso e un bassotto di nome Muffin, ha però detto che anche se i negoziati dovessero fallire la questione della circolazione degli animali da compagnia non sarà un problema. È possibile che si decida di includere il Regno Unito tra i paesi che possono far viaggiare i propri animali da compagnia col passaporto europeo: oltre ai paesi membri dell’Unione, infatti, anche cani, gatti e furetti svizzeri e islandesi, tra gli altri, possono evitare la quarantena in viaggio.