Netanyahu potrebbe avere un nuovo problema
L'esenzione dal servizio militare per gli ultraortodossi: la Corte suprema ha imposto di abolirla entro settembre, e il governo rischia di cadere
Nelle prossime settimane il governo israeliano guidato dal primo ministro Benjamin Netanyahu affronterà l’ennesima crisi interna che potrebbe portare alla fine anticipata della legislatura. L’oggetto della crisi è una sentenza della Corte suprema israeliana, che nel settembre 2017 dichiarò incostituzionale la legge che garantisce l’esenzione al servizio militare per gli uomini ebrei ultraortodossi. La Corte diede al governo un anno – quindi fino al settembre 2018 – per modificare la norma e renderla compatibile con la Costituzione. Il problema è che il governo Netanyahu ha una maggioranza molto risicata in Parlamento (66 seggi su 120 totali) e sta in piedi solo grazie all’appoggio di alcuni partiti ultraortodossi, che si oppongono in maniera netta a qualsiasi modifica alla legge sull’esenzione dal servizio militare obbligatorio.
La prima legge sulla questione fu introdotta nel 1949 da David Ben Gurion, fondatore dello stato di Israele e primo capo del governo israeliano. Alla fine degli anni Quaranta, però, la comunità degli ebrei ultraortodossi era molto diversa da com’è oggi: era molto più piccola e numerosi religiosi e studiosi ebrei erano stato uccisi durante l’Olocausto. Il governo israeliano voleva garantire la sopravvivenza e lo status dei sopravvissuti che avevano raggiunto Israele e per questo introdusse l’esenzione al servizio militare per 400 studenti delle scuole religiose, le yeshiva.
Oggi la situazione è molto diversa: più del 10 per cento della popolazione di Israele – che conta in totale 8,8 milioni di persone – si definisce ultraortodossa; il 16 per cento dei giovani in età da servizio militare è ultraortodosso, così come il 29 per cento dei bambini sotto i quattro anni. Le famiglie ultraortodosse con 8-10 figli non sono inusuali, e secondo alcune stime entro il 2030 almeno un israeliano su cinque sarà ultraortodosso.
I sondaggi mostrano come la maggior parte degli israeliani sia favorevole il servizio militare obbligatorio per gli ultraortodossi, che sono visti sempre più come una categoria di persone che rifugge i pericoli del servizio militare mentre il resto della nazionale la protegge. Gli ultraortodossi, al contrario, dicono che quella in vigore sia una legge giusta e che chi sceglie di studiare la Torah, il testo sacro per gli ebrei, dovrebbe essere protetto dallo Stato. Aryeh Deri, ministro dell’Interno israeliano e leader del partito ultraortodosso Shas, ha definito la sentenza della Corte suprema «completamente disconnessa dalle nostre origini e tradizioni e dalla nostra gente».
Netanyahu sta ora cercando di capire come uscire da questa situazione, cioè modificare la legge senza perdere l’appoggio dei partiti ultraortodossi che appoggiano il suo governo. Per il momento ha preso tempo: ha chiesto alla Corte suprema israeliana una proroga, proponendo che la scadenza per approvare la nuova legge sia spostata da settembre 2018 ad aprile 2019. Il quotidiano israeliano Haaretz ha scritto che i negoziati tra le varie parti si stanno concentrando su quali dovranno essere le sanzioni economiche da adottare contro gli ultraortodossi che si rifiutano di fare il servizio militare. La Corte comunque non si è ancora espressa ma, se dovesse rifiutare la richiesta, quattro deputati che sostengono il governo di Netanyahu, appartenenti al partito ultraortodosso Agudat Yisrael, hanno detto che si dimetteranno immediatamente.
Non è la prima volta che in Israele si dibatte della legge sull’esenzione del servizio militare per gli ultraortodossi. La Corte suprema si era già espressa nel 2012, invalidando una legge che cercava di incoraggiare gli ultraortodossi a unirsi all’esercito. Dopo le elezioni del 2013, Netanyahu formò un governo senza ultraortodossi e con lo Yesh Atid, un partito centrista che da anni chiede che vengano adottate le stesse regole per tutti gli israeliani riguardo al servizio militare. Fu approvata una legge che introduceva l’obbligatorietà della leva per la comunità ebraica ultraortodossa e prevedeva sanzioni per chi si sottraeva ai suoi obblighi. La legge avrebbe dovuto entrare in vigore alla fine del 2017, ma le cose cambiarono di nuovo dopo le elezioni nel 2015, quando lo Yesh Atid fu estromesso dal governo e al suo posto entrarono i partiti ultraortodossi, che fecero in modo di reintrodurre le vecchie regole, almeno fino ad oggi.