La lotta per il diritto di sedersi
In uno stato indiano alle lavoratrici è proibito sedersi, anche durante turni da 14 ore: le proteste di un piccolo sindacato hanno convinto il governo a intervenire
Il 4 luglio il governo del Kerala, uno stato meridionale dell’India, ha annunciato che cambierà le proprie leggi per garantire ai commessi l’irippu samara, cioè il diritto di sedersi durante il turno di lavoro. L’annuncio è arrivato dopo quattro anni di proteste organizzate dall’Asanghatitha Meghala Thozghilali Union (AMTU), un piccolo sindacato di lavoratrici. Si stima che nel Kerala 400mila persone lavorino nei negozi di tessuti e che il 90 per cento siano donne. Attualmente la maggior parte dei proprietari di negozi di sari, i tradizionali indumenti femminili indiani fatti di fasce di stoffa lunghe fino a nove metri, impongono alle proprie dipendenti condizioni di lavoro durissime e tra le altre cose non permettono loro di sedersi.
L’AMTU è stato fondato quattro anni fa per occuparsi dei diritti delle commesse, trascurate dai sindacati guidati dagli uomini. Nel 2014 la sua fondatrice, l’attivista di 44 anni Viji Penkoot, si è resa conto che alla maggior parte delle donne che lavoravano come commesse nei negozi di Kozhikode, una città del Kerala, era vietato sedersi durante il proprio turno, e veniva decurtato lo stipendio nel caso lo facessero. In alcuni casi è proibito anche solo appoggiarsi al muro; le lavoratrici vengono controllate dai datori di lavoro grazie alle telecamere disposte nei negozi.
Una commessa ha raccontato al Guardian che lei e le sue altre 120 colleghe non possono mai sedersi, sebbene lavorino per turni di 12 o 14 ore e siano costrette a fare quattro piani di scale più volte al giorno per accompagnare i clienti alle casse al piano terra. Non possono nemmeno usare l’ascensore presente nel negozio, perché i clienti si sono lamentati di doverci salire in loro compagnia. Solitamente le commesse di questi negozi appartengono alle classi economicamente più svantaggiate della società indiana. Penkoot ha detto al Guardian che le commesse fanno anche attenzione a bere poco, perché non possono andare in bagno quando vogliono: anche per questo sviluppano vari problemi di salute, come dolori alle articolazioni, vene varicose e infezioni all’apparato urinario.
L’8 marzo 2014, a Kozhikode, l’AMTU organizzò un corteo in cui un gruppo di donne camminava tenendo delle sedie sollevate: fu solo la prima di una serie di manifestazioni su questo tema. Il sindacato ha circa 700 membri, non tantissimi, ma è comunque riuscito a organizzare molte proteste, ottenendo negli anni piccole migliorie nelle condizioni delle lavoratrici di singoli negozi.
Le condizioni di lavoro delle commesse dei negozi di tessuti del Kerala non sono buone anche per altre ragioni, oltre alla questione del diritto di sedersi: gli stipendi sono molto bassi, la pausa pranzo dura solo trenta minuti e i turni molto più di otto ore. La proposta di legge che il governo del Kerala ha annunciato stabilisce che il salario minimo mensile debba essere pari a circa 120 euro, che una giornata lavorativa non possa durare più di 10 ore compresi gli straordinari e che i dipendenti abbiano diritto a una pausa dopo cinque ore di lavoro. Inoltre avranno il diritto di sedersi su una sedia o su uno sgabello forniti dal datore di lavoro.
Penkoot comunque non è del tutto soddisfatta della riforma annunciata: dice che i commessi potranno sedersi durante le pause senza specificare se nelle pause previste ogni cinque ore di lavoro oppure anche nei momenti liberi tra l’assistenza a un cliente e un altro.