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  • Giovedì 26 luglio 2018

Le due cose di cui ha bisogno un lettore in vacanza

Oltre a un libro che abbia davvero voglia di leggere, naturalmente: una busta di plastica e una torcia frontale

di Ludovica Lugli – @Ludviclug

Una donna legge su una spiaggia inglese, il 26 luglio 2017 (Carl Court/Getty Images)
Una donna legge su una spiaggia inglese, il 26 luglio 2017 (Carl Court/Getty Images)

Il momento di fare la valigia per andare in vacanza è l’unico in tutto l’anno in cui mi rimprovero per non essere una lettrice di ebook, ma di libri di carta. Per abitudine e tendenza al collezionismo li preferisco (come la maggior parte dei cosiddetti “lettori forti”), ma faccio sempre fatica a decidere quale portarmi dietro e finisco sempre con una valigia troppo pesante. Ci sono poi due oggetti – leggeri, in questo caso – che prendo insieme ai libri: sono le due cose che secondo me servono davvero a chi passa gran parte delle vacanze a leggere.

Internet è pieno di articoli che consigliano oggetti da comprare alle persone che amano molto leggere o a chi vuole fare loro un regalo. Spesso si tratta di oggetti che non c’entrano nulla con la lettura in sé, come tazze (anche belle, c’è da dire) e magliette. Altre volte sono oggetti in fondo poco utili: uno scontrino si presta a fare da segnalibro tanto quanto le strisce di cartoncino illustrate in vendita vicino alle casse delle librerie (e sicuramente meglio dei simpatici segnalibri di plastica che spuntano dalle pagine come un plesiosauro dalle acque di un lago scozzese). Ci sono poi quegli oggetti che fanno colpo quando vengono regalati, ma poi finiscono nel dimenticatoio dei regali che non si usano. Ad esempio, i diari preconfezionati per tenere traccia delle proprie letture, come quello di Moleskine: per le persone a cui interessa registrare le proprie letture è più facile farlo a modo proprio con un quaderno qualsiasi o un profilo su Anobii.

Le due cose che mi porto in vacanza insieme ai libri, invece, sono due cose molto comuni, che possono essere concretamente utili e non costano tanto. Sono le buste di plastica da raccoglitori in formato A4 e le torce frontali da campeggiatori.

Le buste di plastica le uso per evitare che i libri si bagnino, si riempiano di sabbia e crema solare oppure si rovinino nei vari passaggi tra valigie, borse, mezzi di trasporto, stanze d’albergo, spiagge e prati di montagna. Non sono una protezione ermetica, ma le uso da anni e hanno sempre evitato disastri. Le più resistenti in cui mi sono imbattuta sono le Favorit lisce, ma penso che in generale tutte quelle lisce si prestino bene. Se devo portarmi dietro libri particolarmente voluminosi uso le buste un po’ meno spesse, che sono più flessibili e deformabili.

A sinistra un libro di 1210 pagine in una busta di plastica provata dall’uso improprio di contenitore di libri; a destra uno di 200 in una busta da poco prelevata da un raccoglitore – le sovracoperte dei libri con copertina rigida di solito però le lascio a casa per non rovinarle

La torcia frontale da campeggiatore invece è un’ottima soluzione per leggere nelle cuccette dei traghetti dove la luce non funziona, nelle camerate degli ostelli, sugli aerei se l’illuminazione del nostro posto non ci soddisfa, oltre che in campeggio. La mia è probabilmente fin troppo accessoriata per essere usata come lampada da lettura: sulla banda da mettere in testa ha anche un fischietto per chiamare aiuto. Mi è stata consigliata da persone pratiche di montagna e campeggi e funziona benissimo: è la Tikka di Petzl da 200 lumen, che su Amazon (dove ci sono anche modelli più economici e meno potenti) si trova a 22 euro. La luce ha tre intensità diverse e si può orientare lungo un arco di 45 gradi; la fascia elastica per tenerla sulla fronte si può allargare anche molto – la maggior parte dei cappelli taglia unica mi stanno stretti, quindi so di cosa parlo. L’ho provata anche per illuminare un sentiero buio e se l’è cavata egregiamente.

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