Il giorno dopo gli incendi in Grecia
Le fiamme sono quasi tutte sotto controllo, ma ci sono almeno 79 morti e ancora decine di dispersi: la magistratura intanto indaga sulle cause
Gli incendi che hanno interessato un’ampia area di territorio nei pressi di Atene, in Grecia, sono stati messi in buona parte sotto controllo nelle ultime ore dopo due giorni di incessante lavoro da parte dei vigili del fuoco. Gli incendi hanno causato la morte di almeno 79 persone, dicono i vigili del fuoco, ma ci sono ancora decine di dispersi. I feriti sono più di 150 e per una decina si è reso necessario il ricovero nei reparti di terapia intensiva degli ospedali nella zona. Mentre si mettono in sicurezza i luoghi incendiati, la magistratura ha avviato un’indagine per accertare le cause degli incendi e per verificare eventuali carenze nella gestione dei soccorsi.
I primi incendi si erano sviluppati nella giornata di lunedì 23 luglio nella periferia di Atene, lungo la costa, dove hanno sede numerosi resort per le vacanze. La siccità e i forti venti hanno contribuito martedì a farli aumentare di dimensione, portandoli a bruciare oltre 20 chilometri quadrati di territorio.
Uno degli incendi più grandi si è sviluppato nella zona di Mati, a est di Atene, ed è stato parzialmente contenuto nel tardo pomeriggio di martedì. Nell’area sono stati trovati i corpi inceneriti di 26 persone, tra adulti e bambini: avevano cercato una via di fuga verso il mare, ma a causa del fumo intenso e della scarsa visibilità sono rimasti bloccati. I soccorritori hanno raccontato di avere trovato i loro corpi molto vicini: “Istintivamente, sentendo arrivare la fine, si sono abbracciati”, ha detto il capo della Croce Rossa, Nikos Economopoulos.
A Rafina e Kineta, piccole città rispettivamente a est e a ovest di Atene, i vigili del fuoco hanno lavorato per ore nel tentativo di contenere gli incendi. Erano già riusciti a domarli nella giornata di lunedì, ma il giorno seguente se ne sono formati di altri, che hanno reso necessario un nuovo intervento. Siccità e vento hanno favorito la diffusione di incendi in altre aree della Grecia, con richieste d’intervento ai vigili del fuoco sia a Corinto sia a Creta.
A Mati, Rafina e Kineta sono stati allestiti centri di accoglienza temporanei, dove vengono offerti acqua, cibo e ospitalità alle centinaia di persone che hanno perso le loro case a causa degli incendi. Nella sola zona di Rafina si stima che gli edifici distrutti o gravemente danneggiati siano stati almeno 1.500.
La Guardia Costiera ha continuato a pattugliare i tratti di mare intorno alla costa, alla ricerca di persone che per sfuggire agli incendi hanno cercato di mettersi in salvo in mare. Negli ultimi due giorni le motovedette hanno dato soccorso ad almeno 700 persone.
Il primo ministro della Grecia, Alexis Tsipras, ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale e ha parlato di una “tragedia indicibile”. Tsipras ha spiegato che terminata l’emergenza saranno necessari accertamenti per verificare le responsabilità, ma che ora gli sforzi devono concentrarsi sui soccorsi e l’assistenza a chi è rimasto senza casa.
Gli incendi in Attica sono un problema ricorrente nella stagione estiva, ma raramente raggiungono dimensioni di questo tipo e soprattutto una diffusione così rapida. Il sospetto è che diversi focolai siano stati accesi da piromani, ma serviranno indagini e ricostruzioni per verificarlo.