L’Italia farà approdare le navi militari con a bordo i migranti, ma solo per poco
Cioè per cinque settimane, dice il governo, periodo nel quale la UE ridiscuterà le regole della missione europea Sophia
Il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, ha annunciato ieri che l’Italia permetterà alle navi militari che hanno soccorso i migranti nel Mediterraneo di attraccare nei porti italiani per le prossime cinque settimane, periodo durante il quale l’Unione Europea dovrà rivedere un pezzo delle sue politiche sull’immigrazione. Moavero non ha dato molti altri dettagli sulla decisione del governo, annunciata dopo un incontro avuto con il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas, il quale ha detto che la Germania è pronta ad «assumersi la responsabilità» dei negoziati: finora si sa che l’apertura dei porti non riguarderà le ong – con cui il governo Lega-M5S è in lotta da tempo – ma solo le navi militari coinvolte nella missione europea Sophia.
La missione militare Sophia è una vasta operazione europea, ma coordinata da militari italiani, il cui scopo è l’addestramento della Guardia costiera libica, la lotta al traffico di migranti e di petrolio dalla Libia e il mantenimento dell’embargo di armi alle diverse fazioni e milizie libiche.
Nonostante i salvataggi in mare non siano un obiettivo della missione, le navi militari di Sophia si sono spesso trovate nel Mediterraneo centrale e soccorrere i migranti in difficoltà: cosa che il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha definito conseguenza non voluta della missione, che andrebbe ridiscussa. Qualche settimana fa Salvini aveva anche annunciato che avrebbe chiuso i porti italiani alle navi di Sophia. Il governo italiano, in pratica, chiede che i migranti soccorsi all’interno della missione Sophia vengano redistribuiti nei vari paesi europei e non siano una responsabilità solo italiana.
Una possibile riforma delle regole della missione militare Sophia era stata affrontata venerdì scorso a Bruxelles in una riunione tra rappresentanti degli stati dell’Unione Europea. Una fonte all’interno della UE aveva detto ad AFP che l’obiettivo principale era quello di raggiungere un consenso tra tutti gli stati membri, cosa che però al momento sembra difficile da ottenere: non solo per le grandi differenze che ci sono tra paesi europei, ma anche perché gli stati della sponda sud del Mediterraneo – Libia, Egitto, Marocco e Tunisia – hanno rifiutato la proposta fatta loro dalla UE che prevedeva che le richieste di asilo venissero valutate direttamente nei paesi di partenza, e non in quelli di arrivo.
Nel frattempo, ha scritto il Financial Times, l’Unione Europea sta studiando una proposta di aiuti economici a quei paesi che decideranno di accogliere e farsi carico dei migranti soccorsi nel Mediterraneo: si parla di 6mila euro per ciascun migrante accolto e altri finanziamenti legati al numero dei migranti soccorsi e alla creazione di centri che processino le richieste di asilo e protezione internazionale nei paesi europei di frontiera, tra cui l’Italia. Il Financial Times scrive che la Spagna potrebbe essere il principale beneficiario di questi aiuti, considerato che solo nell’ultima settimana ha accolto più di 1.200 migranti da barche soccorse nel Mediterraneo. Anche questo piano, comunque, sembra essere di complicata realizzazione, visto che già in passato idee simili avevano incontrato parecchie resistenze, soprattutto da parte del governo italiano.