In Israele ci sono state proteste contro una legge che esclude le coppie gay dalla gestazione per altri
Domenica 22 luglio migliaia di cittadine e cittadini israeliani hanno manifestato a Tel-Aviv contro una legge che esclude le coppie omosessuali dal diritto di ricorrere alla gestazione per altri (GPA), il procedimento per cui una donna mette a disposizione il proprio utero e porta avanti la gravidanza per conto dei o delle committenti.
La polizia non ha fornito cifre ufficiali sul numero di manifestanti, ma il quotidiano Haaretz ha parlato di circa 60 mila persone presenti in piazza Yitzhak Rabin. A Gerusalemme centinaia di persone hanno protestato anche fuori dalla residenza del primo ministro Benjamin Netanyahu. Le manifestazioni sono iniziate dopo il voto del parlamento a favore di una legge che autorizza il ricorso alla pratica della GPA per le donne non sposate o sterili, ma lo vieta alle coppie formate da persone dello stesso sesso e agli uomini non sposati. Prima in Israele la GPA era consentita solo alle coppie eterosessuali sposate.
Domenica circa duecento aziende hanno permesso ai loro dipendenti di andare a protestare senza che quella giornata venisse sottratta dai loro giorni di ferie: «Un atto simbolico, ma che esprime un reale sostegno», ha detto Julien Bahloul, portavoce dell’Associazione dei padri omosessuali di Israele. I e le manifestanti hanno chiesto pari diritti per tutte e tutti.