I siriani che cercano asilo in Israele
Un centinaio di persone si sono presentate al confine delle Alture del Golan in seguito ai pesanti bombardamenti degli ultimi giorni
Da qualche settimana sono riprese le ostilità in una zona meridionale della Siria che confina con la Giordania e le Alture del Golan, un territorio occupato da Israele da più di mezzo secolo. Il regime siriano di Bashar al Assad e le forze russe che lo appoggiano hanno bombardato decine di obiettivi: alla fine dell’offensiva hanno conquistato tutte le città della zona, una delle ultime in mano ai ribelli siriani.
Le nuove ostilità hanno causato centinaia di sfollati: nei giorni scorsi un gruppo di loro si è radunato nei pressi della recinzione che segna il confine con Israele a Quneitra, circa 30 chilometri a est da una delle più importanti città israeliane nelle Alture del Golan, Qatsrin.
Per diversi giorni, circa un centinaio di persone hanno chiesto di essere accolte in Israele come rifugiati. Le forze israeliane gli hanno impedito di avvicinarsi al confine – temendo forse eventuali problemi di sicurezza – e li hanno invitati ad andare al campo profughi nato a Bariqa, sempre in Siria, qualche chilometro più a sud. Siria e Israele sono nemici da sempre, e infatti è rarissimo che civili siriani chiedano di essere accolti in territorio israeliano. Non è chiaro se il rifiuto di Israele di accogliere i civili possa rappresentare un respingimento collettivo, vietato dai trattati internazionali.
Da tempo, comunque, Israele ammette nei propri ospedali i civili siriani che si presentano al confine in condizioni critiche, fra cui molte donne e bambini: secondo una stima di qualche mese fa del Jerusalem Post, dal 2013 a gennaio del 2018 le forze israeliane hanno ammesso nel proprio territorio quattromila siriani che avevano bisogno di cure. L’esercito israeliano ha fatto sapere che negli ultimi giorni ha compiuto sei missioni umanitarie nei paesi siriani al confine con Israele, portando 72 tonnellate di cibo, tende, carburante e medicine.